venerdì 4 novembre 2016
Presentato il piano anti-freddo del Comune. I posti letto salgono a quota 2750.
350 euro al mese a chi accoglie un clochard
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Diventeranno 2.780 i posti letto per accogliere i senzatetto nelle strutture preposte ad ospitarli per la notte: 76 in più dell’anno scorso e 1.532 in più rispetto al 2011. Questo è uno degli obiettivi principali del piano per i senza dimora 2016/2017 in vista dell’arrivo del freddo, presentato dall’assessore al welfare, Pierfrancesco Majorino. Solo nell’ultimo inverno sono stati in 3.020 i clochard che si sono rivolti al centro aiuto comunale per chiedere un letto, di questi 2.718 uomini e 302 donne. Attualmente i posti disponibili nelle strutture di accoglienza sono 1.650 e altri «1.130 li avremo nelle prossime settimane», ha spiegato Majorino. Perché «molti posti si libereranno quando verranno spostati i profughi alla caserma Montello», come parte del centro di via Aldini o il tendone a fianco al Palasharp, che ora ospita i migranti e «che vogliamo riconvertire all’accoglienza dei senzatetto». Ma si può fare di più: il governo ha stanziato dei fondi per la lotta alla povertà e il Comune parteciperà al bando per ottenere gli 8,4 milioni di euro previsti per Milano dal progetto "Contrasto alla grave emarginazione adulta e alla condizione di senza dimora".
Un’altra novità di quest’anno sarà un bando comunale a cui potranno partecipare le famiglie disposte ad offrire ospitalità ai senzatetto o alle persone in emergenza abitativa, sull’esempio di quello che era stato fatto per accogliere i profughi. Anche in questo caso è previsto che il Comune sosterrà con un contributo economico - non superiore a 350 euro mensili - chi parteciperà all’iniziativa offrendo un letto a chi non ne ha uno. Sarà anche selezionato un ente gestore per selezionare e poi affiancare le famiglie e gli ospiti in questo percorso.
E poi si punta alle tessere salvavita, su cui vengono trascritti dati e informazioni utili sul piano del controllo in ambito sanitario. Questo aiuterà gli operatori nella valutazione delle condizioni di salute di chi le porta. Introdotte in via sperimentale nella casa d’accoglienza Enzo Jannacci, che a maggio ne ha distribuite 80, ora il Comune vuole estendere l’iniziativa alle altre strutture in modo da raggiungere tutti i senzatetto di Milano. «Vorremmo che la Regione Lombardia mettesse in campo uno strumento del genere per tutti i senza fissa dimora della Lombardia».
Majorino ricorda che il Comune punta, come sempre, "all’inclusione sociale anche attraverso percorsi di formazione e apprendistato". Lo scopo è accompagnare il senzatetto verso il mondo del lavoro e ad altri servizi, per poter renderlo autonomo e aiutarlo ad uscire dalla condizione in cui si trova.
LA PROPOSTA: USARE IL CAMPO EXPO PER ACCOGLIERE I SENZATETTO

Usare il campo base di Expo per accogliere i senzatetto è la proposta di Pierfrancesco Majorino, assessore al Welfare. I posti letto vanno aumentati e per questo si devono cercare soluzioni nuove. Per questo, Majorino pensa che «sia surreale che abbiamo 500 posti liberi che non usiamo». Quest’estate si era parlato delle stesse casette per ospitare i profughi. Ma Roberto Maroni, presidente della Regione, si era opposto e aveva ottenuto che rimanessero vuote. Per Maroni, il campo base doveva essere smantellato. Salvo poi proporre di smontare le casette e portarle nelle zone colpite dal terremoto per accogliere le famiglie di sfollati. Ma dal dipartimento della protezione civile era arrivato un no. I moduli di Expo, pensati per ospitare una persona per volta, non sarebbero una soluzione abitativa adatta per intere famiglie. Dal dipartimento, però, si proponeva di usarli in parte come scuole o per altri servizi. Nel frattempo, il campo base costato 9 milioni di euro, è ancora al suo posto. Inutilizzato. «Credo che questa sia una partita da giocare tutti insieme. Non possiamo costringere Regione Lombardia a cambiare idea, ma ci appelliamo alla sua sensibilità per collaborare a un progetto che riguardi, a questo punto, non più i profughi, ma i senzatetto e le persone in emergenza abitativa», aggiunge Majorino. La sua richiesta è di uscire da questa contrapposizione continua e cercare «di ragionare insieme sulla questione delle persone in difficoltà».

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