martedì 25 gennaio 2022
Un gruppo di tecnici al lavoro sulle nuove regole. Baby-vaccini al palo. L’allarme dei pediatri sull’aumento di casi e ricoveri tra i più piccoli: solo il 7% ha ricevuto due dosi finora
Classi, tavolo sulle quarantene

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Lontano dalle corsie degli ospedali, che in queste ore di discesa della curva ricominciano a prendere fiato, continua a consumarsi nel silenzio piuttosto insistente delle istituzioni l’emergenza della scuola. Che sarà pure, secondo i dati del ministero dell’Istruzione snocciolati una settimana fa, in presenza ancora per 9 studenti su 10 grazie alla linea “dura” mantenuta dal governo (si ricordi l’appello dei presidi per un periodo di Dad prolungato fino a che Omicron fosse passata...), ma che dal punto di vista organizzativo sta registrando diverse criticità sotto i colpi di regole da molti ritenute ormai insensate, oltre che troppo complicate. Sotto accusa delle famiglie, e di tutti i comitati i genitori che nelle ultime ore sono tornati alla carica proprio col Miur, lo “slalom” tra tamponi previsto dal testing (uno al giorno zero, uno al giorno 5, poi il tampone di uscita) e le contraddizioni ancora insolute tra le circolari sulle quarantene (per cui ad esempio, alle elementari, le Ats mettono in isolamento anche i bimbi vaccinati e alle medie no). Sul punto, alle dichiarazioni raccolte da Avvenire proprio dal ministero della Salute settimana scorsa – in cui veniva ribadito come ai bambini tra i 5 e gli 11 anni vaccinati con due dosi o guariti da meno di 4 mesi – non ha fatto seguito nessun chiarimento formale: risultato, scuole e aziende sanitarie locali continuano a muoversi in ordine sparso e fioccano messe in quarantena del tutto arbitrarie (chi sì, chi no, chi forse).

«Rimettere mano alle regole all’interno del mondo della scuola è un compito di cui si sta occupando un tavolo tecnico – ha fatto sapere ieri il commissario all’Emergenza, Figliuolo, incalzato dai giornalisti sulla questione –. Spero che in breve tempo riescano a dare delle risposte anche alle famiglie ». Serve attendere, insomma. Un tempo che la scuola, però, sembra non avere più: «Alzare subito le soglie dei positivi per l’attivazione della Dad e accorciare la quarantena in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Le attuali soglie non garantiscono una scuola in continuità» insiste 'Priorità alla Scuola', comitato che da mesi si batte per la scuola in presenza composto da genitori, studenti e docenti e che ora è pronto «a scendere in piazza in tutta Italia».

Intanto è proprio sul fronte dell’epidemia che non arrivano buone notizie. La Sip, la Società italiana di pediatria ieri ha lanciato un appello alle famiglie perché si vaccinino più bambini: «La crescita del tasso di incidenza sta rallentando in tutte le fasce di età, tranne che nei piccoli sotto gli 11 anni, per i quali risulta in aumento» ha spiegato la presidente della Sip, Annamaria Staiano. Dati confermati anche dagli ospedali purtroppo: nell’ultima settimana i piccoli, «per i quali pure è disponibile un vaccino sicuro ed efficace ormai da oltre un mese», sono state registrate circa 400 ospedalizzazioni sulle 834 complessive che hanno riguardato la popolazione 0-19 anni».

Peccato che attualmente solo il 7% dei 3.656.069 bambini italiani tra i 5 e gli 11 anni abbia completato il ciclo vaccinale con due dosi e il 27% sia stato immunizzato con la prima: «Esortiamo i genitori dei più di 2 milioni e mezzo di bambini che non hanno ancora ricevuto alcuna protezione ad iniziare al più presto il ciclo vaccinale per il loro figli» insistono i pediatri. E certo, se ci fosse più chiarezza anche sulle regole scuola-vaccinitamponi, per le famiglie anche in questo caso sarebbe tutto più facile.

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