lunedì 14 giugno 2021
Dopo lo stop imposto dalla pandemia e a tre anni dal lancio ufficiale riprende la campagna "Leaders for peace"
Alla Cittadella della pace si incontrano studenti di tutto il mondo

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Dopo lo stop imposto dalla pandemia e a tre anni dal lancio ufficiale, la campagna Leaders for peace di Rondine Cittadella della Pace, rinnova il proprio impegno nella formazione di una futura classe dirigente, capace di veicolare valori di dialogo e di intervenire nei contesti di conflitto che ancora affliggono molte aree del pianeta. Uno sforzo che ha trovato il sostegno dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede, dove questa mattina i giovani studenti e i rappresentanti della Cittadella hanno potuto presentare il progetto al corpo diplomatico accreditato presso il Vaticano.

Rondine, come ha ricordato il fondatore Franco Vaccari, ha da sempre come obiettivo la risoluzione dei conflitti attraverso il riconoscimento dell’altro e il superamento del concetto di “nemico”. Un traguardo che l’associazione persegue con il lavoro dello studentato internazionale World House. Qui vengono accolti ogni anno giovani provenienti da Paesi che vivono o hanno vissuto guerre. Ai ragazzi vengono offerti due anni di formazione e convivenza perché imparino appunto a riconoscere la persona nel proprio “nemico” per poi diventare ambasciatori di pace nei rispettivi Paesi di provenienza.

Leaders for peace vuole però compiere un passo ulteriore e i giovani di Rondine chiedono ora un gesto concreto, annunciato dall’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Pietro Sebastiani: destinare una cifra simbolica del budget dei ministeri della Difesa per finanziare borse di studio nella World house.

Un riconoscimento che darebbe consistenza all’intera iniziativa, supportando l’incessante lavoro di chi «cerca ogni giorno di trasformare i conflitti facendo uscire i giovani dall’inganno della guerra e riconsegnarli ai propri paesi perché contribuiscano a uno sviluppo civile, culturale e umano della società», per usare le parole di monsignor Mirosław Wachowski, sottosegretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato vaticana.

D’altronde l’azione di Rondine non è che la naturale conseguenza di quella Chiesa in uscita che sta caratterizzando il pontificato di Francesco. «Quello che oggi stiamo facendo può tradursi in una parola, Pace - commenta monsignor Stefano Russo, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana - e l’azione di Pace è uno dei frutti più evidenti e concreti del cammino di evangelizzazione voluto dal Papa».

Assieme alla campagna, Rondine ha lanciato un appello per l’adesione nel corso di un grande evento internazionale alla sede dell’Onu a New York (il 10 dicembre 2018).

Nel corso del primo anno, Leaders for peace ha ricevuto il sostegno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Santo Padre, mentre il documento è stato firmato anche dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte. La presentazione dell’anno successivo – ancora nella sede delle Nazioni Unite – è stata patrocinata da Armenia, Giordania, Unione Europea e dall’Ufficio del Delegato Giovanile del Segretario Generale dell’ONU, alla presenza della Sierra Leone. La speranza è che si aggiungano nuove sottoscrizioni (la firma della Costarica è arrivata l’anno scorso) e che tutti i paesi Onu prendano parte all’iniziativa.

L’appello è scaricabile dalla pagina dedicata del sito della campagna, mentre l’intero incontro e le testimonianze dei giovani studenti di Rondine sono visibili sul profilo Facebook della Cittadella.

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