mercoledì 21 agosto 2019
Il presidente di Azione Cattolica: simboli e parole della fede hanno cittadinanza nella vita pubblica ma non per essere esibite contro altri
«Citazioni religiose usate per dividere. Ora scelte coerenti»
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Ma chi l’ha detto che la fede cristiana è diventata irrilevante nella vita pubblica? Tra rosari, santi e versetti evangelici, il dibattito al Senato non ha fatto mancare quasi nulla. Come se dirsi cristiani – ciascuno a modo suo – fosse tutt’altro che penalizzante. Altra cosa è il piano delle scelte, sulle quali vanno misurati simboli e citazioni. Al presidente di Azione Cattolica Matteo Truffelli le prime stanno a cuore quanto i secondi. Specie in un passaggio così brusco. Qual è la sua prima impressione sugli argomenti ascoltati in aula? «La crisi politica va in scena nel momento in cui al Paese occorrono, piuttosto, soluzioni a grandi temi sui quali si concentra l’interesse reale degli italiani, e che sono sempre in attesa di risposte efficaci» Quali sono gli interessi degli italiani non adeguatamente considerati dalla politica? «La scuola, come luogo dove si formano i giovani, e il loro diritto di avere un futuro. La questione demografica, con la necessità di assumere provvedimenti capaci di incidere davvero sulla realtà, senza limitarsi a iniziative episodiche. Il fenomeno migratorio, un fatto epocale che non si può pensare limitato all’arrivo di questa o quella nave mentre continuano a giungere imbarcazioni precarie che si finge di non vedere. Questi, e altri, sono temi apparsi nel confronto parlamentare ma sui quali occorre andare oltre l’evocazione generale. Tutti conoscono l’agenda del Paese, ma non ne affrontano i grandi nodi in modo proporzionato alle esigenze reali». In aula sono risuonate come forse non era mai accaduto evocazioni religiose, usate polemicamente dall’uno o dall’altro. Cosa ne pensa? «Che l’esibizione della simbologia cristiana e del frasario evangelico è una forzatura impropria e inopportuna quando serve a proclamare un’identità orgogliosamente esposta per marcare un’identità o una differenza rispetto ad altri, un’appartenenza che punta a dividere non solo nell’ambito della politica ma della stessa fede». Quindi simboli e citazioni vanno lasciati fuori dalla vita politica? «Non è questo il punto. La nostra storia è ricca di politici credenti che hanno mostrato pubblicamente la loro fede senza farne un uso strumentale. La vera laicità si esprime portando nell’azione politica un’anima cristiana che induce scelte coraggiose e coerenti ». Su cosa si misura la coerenza cristiana in politica? «Il metro è l’ispirazione evangelica di atti e decisioni e il magistero sociale della Chiesa come riferimento ». Come si esce da questa crisi? «Ho un grande motivo di ottimismo, ed è la saggezza del presidente Mattarella». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il presidente di Azione Cattolica: simboli e parole della fede hanno cittadinanza nella vita pubblica ma non per essere esibite contro altri
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