domenica 8 maggio 2016
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Roma. «Questa legge è solo il primo passo». Monica Cirinnà torna alla carica in vista del nuovo approdo in aula - domani, alla Camera - delle unioni civili. Matteo Renzi ha promesso il sì definitivo entro il 12 maggio. «Il nostro Paese - dice l’ex relatrice del testo iniziale, al Senato - sarà civile quando avrà il matrimonio ugualitario. Le unioni civili sono un passaggio importante ma temporaneo. Sono parzialmente soddisfatta». La senatrice del Pd ripercorre le vicende che hanno portato ad aprire la trattativa con Ap. «Il tradimento dei 5 Stelle – sottolinea – ci ha costretto a rientrare nel patto di maggioranza e chiaramente Alfano ha venduto cara la pelle chiedendoci lo stralcio dell’adozione». Poi però minimizza: «Gli altri diritti - rivendica - ci sono tutti. Estendiamo totalmente i diritti dei coniugi eterosessuali agli omosessuali uniti civilmente. Fatte salve appunto le adozioni. I bambini esistono, sono nelle famiglie e lì rimarranno sempre perché abbiamo scritto nel punto 20 del maxiemendamento del governo che i giudici continueranno ad applicare le leggi esistenti in materia di adozione ». È il punto più controverso, che ha portato alcuni senatori a non votare il testo che consentirebbe lo stesso - anche a loro avviso - la stepchild adoption, nell’ambito delle adozioni speciali. «C’entra tutta la cultura retriva, conservatrice (qualcuno la chiama cattolica) comunque un’area molto importante per cui tutti i cambiamenti sono faticosissimi», sostiene Cirinnà. E torna a farsi sentire il Comitato 'Difendiamo i nostri figli', organizzatore della manifestazione del Circo Massimo. «Se ci sarà la fiducia ancora una volta la democrazia verrà offesa», dice il presidente Massimo Gandolfini, che annuncia di aver presentato un dettagliato documento a Mattarella, e assicura: «Non ci arrendiamo e chiederemo a Renzi di confronto pubblico». Angelo Picariello © RIPRODUZIONE RISERVATA Unioni civili La senatrice del Pd Monica Cirinnà
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