giovedì 2 dicembre 2010
Accolta richiesta del Pdl: ragioni di opportunità. La maggioranza preferisce evitare altre schermaglie (ed eventuali scivoloni) su mozioni o emendamenti. Slittano i voti su Bondi, Calderoli e Rai. I finiani condividono. Protestano invece le opposizioni.
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Meglio stare lontani per una settimana, evitando di dissanguarsi in Aula su mozioni killer ed emendamenti, rinunciando a logorarsi in Transatlantico con sgambetti, minacce, annunci e veti incrociati. Pdl e finiani (con il placet della Lega e, soprattutto, con la benedizione del presidente della Camera) scelgono di chiudere Montecitorio sino alle 16 del 13 dicembre, ora e data in cui inizierà la discussione sulla mozione di sfiducia al governo, da votare il giorno seguente. La decisione - che non ferma invece i lavori di commissione - è stata presa nella conferenza dei capigruppo di ieri mattina.La proposta la avanza il capo dei deputati azzurri Fabrizio Cicchitto, e trova sponda in Fli e leghisti. Reagiscono con durezza Pd, Udc e Idv, ma la sostanza non cambia: dopo il voto sul dl sicurezza - e, nella migliore delle ipotesi, del testo sulla libertà d’impresa - il portone si chiuderà. Trattative e strategie continueranno in altri palazzi. Di certo non potrà fermarsi anche il Senato, dove si discute il ddl stabilità, da approvare anche per mantenere il "patto di responsabilità" siglato da tutte le parti politiche con Napolitano.Nella capigruppo Cicchitto è sincero: «Colleghi, riteniamo opportuno che nella prossima settimana non ci siano lavori parlamentari su fatti delicati, perché prevale la questione politica di carattere generale...». Bocchino approva. Un tratto di penna cancella diverse trappole: le mozioni di sfiducia a Bondi e Calderoli, quella sul pluralismo Rai presentata da Fli, il pacchetto del Pd in materia fiscale. Il governo si sottrae al pericolo di nuovi scivoloni, in particolare all’iniziativa contro il ministro della Cultura. I finiani possono sottrarsi alla lente d’ingrandimento che segue ogni loro voto in Aula, e tenere le carte coperte sino al giorno della verità.Il capogruppo Pd Dario Franceschini ha provato ad alzare le barricate: «Noi volevamo rispettare il calendario». I democratici insistevano perché in plenaria si parlasse almeno del delicato vertice Ecofin di metà dicembre. Ma una volta decisa la chiusura, si pensa al dopo-14. «Beh, Bondi non sarà più ministro, non ci sarà bisogno della mozione...», stuzzica l’ex segretario. «Beato lui che lo sa», replica Cicchitto. Fiducia o meno, l’Aula dopo la "verifica" ripartirà dal decreto - rifiuti. I deputati dovrebbero invece rientrare in fretta e furia se il Senato modificasse il ddl stabilità. Altrimenti si godranno il maxiponte dal 6 al 12. «Lavorare la settimana prossima sarebbe stato un segnale positivo per il Paese, il Pdl ha paura dell’Aula...», commenta il centrista Gianluca Galletti. «È uno schiaffo alla gente che lavora», grida Di Pietro.
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