domenica 28 agosto 2016
Palazzo Chigi farà verifiche sull'appalto Giallo sui finanziamenti «in approvazione»
«Chiarezza su soldi spesi per la scuola crollata»
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Anche Palazzo Chigi vuole vederci chiaro sulla scuola crollata ad Amatrice malgrado i recentissimi lavori antisismici costati più di 500mila euro e inaugurati nel 2012. In particolare si vuole indagare sui soldi spesi. «Senza intralciare l’indagine della magistratura sugli aspetti tecnici, noi indagheremo sul capitolato dell’appalto, sul contenuto e su come sono stati utilizzati i finanziamenti» ci spiega Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di missione #Scuolasicura della Presidenza del Consiglio dei ministri che si occupa dell’edilizia scolastica. Tra l’altro sul sito #Italiasicura è ancora presente, nella sezione 'cantieri', una richiesta di finanziamento di 220mila euro per «la messa in sicurezza dell’edificio scolastico 'ex Romolo Capranica' in via Saturnino Mozi, 4 nel Comune di Amatrice ». Fondi stanziati dalle delibere Cipe 32 del 2010 e 6 del 2012. Lo stato della pratica risulta «in approvazione ». Risulta invece in stato di «raccolta dati in corso» la richiesta di 100mila euro della provincia di Rieti per l’Istituto superiore Minuzzi, sempre ad Amatrice. Una scuola che, per fortuna, non sembra aver avuto gravi danni. Ma almeno dieci risultano fortemente lesionate e inagibili. 

 

Tra queste altre due che avevano chiesto di accedere ai finanziamenti, in particolare quelli per i controlli dei solai, la cosiddetta 'diagnostica' di strutture che più volte sono purtroppo collassate il varie scuole. Le richieste erano arrivate dalla scuola materna Giovanni Gallo Flavi nella frazione Borgo di Arquata del Trento e dalla scuola per l’infanzia e primaria di Accumoli. La prima aveva ottenuto i 7 mila ero richiesti, la seconda era stata esclusa e non aveva avuto i 6.650 euro chiesti. Ora sicuramente ne serviranno molti, molti di più, sempre che valga la pena ristrutturare i due edifici. Ma andando a leggere i documenti si vede che spesso si tratta di messa in sicurezza non strutturale. E quando riguarda l’antisismica bisogna capire se si è trattato di lavori miglioramento antisismico o di adeguamento antisismico. Solo in questo secondo caso si rispetta al 100% la normativa antisismica. Anche sugli edifici storici è possibile ma è molto complesso e costoso. Così alcune volte si sceglie la strada del solo miglioramento che comunque, dicono i tecnici, è cosa buonissima ma solo per terremoti non forti. Sembra che sia proprio il caso della scuola di Amatrice, palazzo antico ristrutturato solo con miglioramenti antisismici. Insufficienti per una scossa di 6.0.

 

Ma ci potrebbero essere altre sorprese ne- gative. Proprio per questo è partito un monitoraggio in tutti i comuni colpiti dal sisma. «Abbiamo mandato alla Protezione civile l’elenco georeferenziale delle scuole per fare un censimento del danno in tutti i 16 comuni del 'cratere', otto in zona 1, quella più danneggiata, e otto in zona 2», spiega ancora Galimberti, aggiungendo di «aspettare informazioni per la prossima settimana, soprattutto in vista dell’imminente inizio dell’anno scolastico ». Ma non solo per questo. «Le scuole – aggiunge, infatti, la coordinatrice di #scuolasicura – sono una priorità per ricostruire una comunità come è stato dimostrato dall’esperienza dei terremoti all’Aquila e in Emilia Romagna». Ed è a quest’ultima vicenda che si guarda in particolare. «L’Emilia Romagna – insiste Galimberti – è stata davvero un fiore all’occhiello della ricostruzione per l’edilizia scolastica perché ha saputo utilizzare i moduli prefabbricati, così denigrati dalla stampa ma che sono il luogo più sicuro dove i ragazzi possono stare e oggi in realtà sono piuttosto performanti, moduli specifici per uso scolastico e non generici container. 

 

 Assolutamente vivibili». Poi in Emilia sono arrivate strutture di rapida costruzione, come a Mirandola, dove nel polo scolastico hanno trovato posto anche una biblioteca, laboratori, un auditorium aperti all’esterno, diventando così poli attrattivi per la città. Un esempio da imitare. Ricordiamo che in Italia ci sono 20mila edifici scolastici in zone sismiche, e ben 3.500 nelle 'zone 1' ad altissimo rischio. È qui che bisognerebbe intervenire, ma vista l’età degli edifici servirebbero lavori molto complessi e onerosi. Molto meglio, allora, scegliere la strada di nuove e più efficienti costruzioni, fuori dai centri storici. Anche perchè un edificio perfettamente antisismico non può resistere se gli cade addosso un campanile, come purtroppo accaduto quattro giorni fa. Ovviamente, assicurano i tecnici, bisognerà evitare 'deportazioni' dei ragazzi fuori dai paesi.

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