sabato 25 ottobre 2014
La Cgil in piazza, il Pd si divide. Il premier: “Corteo contro di me”. Camusso: “Il governo ci ascolti”.
Renzi: «La protesta non fermerà il governo» Un rischio per due di Francesco Riccardi
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La Cgil invade la Capitale con due cortei. La segretaria generale Susanna Camusso non ha voluto dare numeri sulla manifestazione che si conclude a Piazza San Giovanni (mentre il corteo dell’Ugl sfila fino Piazza Santi Apostoli). Ma un’indagine commissionata dal sindacato rivela che si attendono più di un milione di persone. Di certo ci sono le cifre fornite dall’organizzazione: 2.500 pullman da tutta Italia e dall’estero, dieci treni straordinari, una nave e due voli charter dalla Sardegna. «Il governo – afferma Camusso – deve ascoltare la voce delle grandi organizzazioni sindacali non da una certa soglia di numeri in su, deve ascoltare la voce del lavoro e di chi propone il tema di creare lavoro e non togliere diritti». «È scattata tra le persone  – sottolinea il leader della Fiom, Maurizio Landini – la necessità di rendere evidente che su lavoro ed economia non c’è più consenso con le politiche del governo. Nei prossimi giorni decideremo per lo sciopero generale». Anche il governatore della Puglia Nichi Vendola ritiene «che lo sciopero sia maturo nei confronti del governo Renzi».Al di là degli esponenti politici di Pd (con Gianni Cuperlo alla guida di un drappello della minoranza del partito), Sel e altri partiti, la macchina organizzativa della Cgil ha lavorato a pieno ritmo per coinvolgere vasti strati di popolazione: studenti universitari dell’Udu, con la partecipazione di lavoratori del Cnr e dei dottorandi. Secondo la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani «è legittima la partecipazione della minoranza del Pd, così come è legittimo il confronto, all’interno del partito e altrettanto legittima l’azione di governo».Da notare l’assenza di M5S: «Il problema è la credibilità ormai azzerata dei sindacati confederali», affermano i deputati M5S membri della commissione Lavoro.Un’apertura al dialogo arriva infine dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: «Questo non è il momento degli scontri. Sarebbe il momento di unire le forze».
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