lunedì 13 aprile 2020
La campagna "Chi fa per sè, fa per tutti" della "Pietra di scarto", del Progetto Policoro, che dà lavoro a detenuti e immigrati. Ogni pacco di prodotti venduto ne sarà donato uno alla Caritas diocesana.
Cerignola, la cooperativa chiede aiuto e aiuta la Caritas
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"Chi fa per sè, fa per tutti". È il bel titolo della nuova campagna, lanciata proprio in questi giorni di epidemia dalla cooperativa sociale "Pietra di scarto" di Cerignola. Per aiutare chi si impegna ad aiutare. La cooperativa è, infatti, un'esemplare realtà nata nel 1996 come "gesto concreto" del Progetto Policoro della Cei, per l'imprenditorialità giovanile al Sud. Coltiva terreni confiscate a un clan mafioso, producendo olive e pomodori, che trasforma in un altro bene tolto ai mafiosi, una sorta di bunker dove venivano preparate le auto per nasconderci la droga. Ora è il Laboratorio di Legalità Francesco Marcone, intitolato alla memoria del direttore dell’Ufficio del registro ucciso a Foggia il 31 marzo 1995 (ne abbiamo scritto in occasione del 25° anniversario).

La cooperativa lavoro a detenuti, immigrati, ex tossicodipendenti, donne in difficoltà. E questo spiega la scelta del nome che riprende il Salmo 118, "La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo: questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi". Un impegno importante, la scelta di una "filiera etica" in un territorio, il Foggiano, caratterizzato da sfruttamento e caporalato. Ma proprio questa scelta, come ci spiega il presidente Pietro Fragasso, "ci mette più in difficoltà di altri in questo periodo". I prodotti della cooperativa non vanno nella Grande distribuzione ma seguono altri percorsi di mercato, oggi più in crisi.

Nasce così la campagna "Chi fa per sè, fa per tutti". "Dopo alcuni giorni di interruzione dell’attività, riprendiamo a lavorare, in questo tempo complicato, per programmare le produzioni estive e le lavorazioni necessarie", scrivono sul loro sito. Così sui campi sono tornati sette detenuti in borsa lavoro, finanziata dall'Ufficio locale di esecuzione penale esterna, cinque italiani e due stranieri, che si alternano in tre al giorno, prudenzialmente, con mascherine e guanti e mantenendo le distanze. C'è da svolgere le attività preparatorie alla piantumazione dei pomodori. "Non possiamo più stare fermi, stare a casa. Non è semplice dire quanto sia complicato per noi, che abbiamo deciso di essere fuori dalle meccaniche della Grande Distribuzione e di contare sul sostegno dei consumatori diretti, affrontare quanto ci attende". Un futuro non facile. Anche perchè la cooperativa ospita anche 17 detenuti in esecuzione di pena alternativa. Una presenza che però attualmente è sospesa.

E allora ecco la richiesta di aiuto. "Siamo consapevoli che abbiamo bisogno – oggi più che mai – del vostro sostegno, impegnandoci a nostra volta a sostenere chi è in difficoltà". Così contribuendo con 25 euro si riceve un pacco coi prodotti della cooperativa: una bottiglia di olio, una di passata, un vasetto di olive "La Bella di Cerignola" e un vasetto di pomodorini al naturale. E non si aiuta solo la cooperativa. Infatti per ogni pacco venduto ne sarà donato uno identico alla Caritas della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, che da anni collabora con la cooperativa e che in queste settimane è in prima linea per sostenere tante famiglie in difficoltà. "Noi - conclude Pietro - diciamo sempre che "chi fa da sé, fa per tre!". Oggi diciamo "Chi fa per sé, fa per tutti!"". E non è certo un caso che lo slogan che accompagna da anni la cooperativa è "Ciascuno cresce solo se sognato". Aiutiamo loro a coltivare questo sogno e aiutiamo chi in quella terra fatica di più. Per sapere come basta cliccare su https://www.pietradiscarto.it/2020/04/08/chi-fa-da-se-fa-per-tutti/. In appena due giorni sono già arrivate più di cinquanta richieste. E altrettante sono state consegnate alla Caritas.

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