martedì 20 giugno 2017
Tra i pazienti privilegiati i senza tetto, già accolti nella Villetta della Misericordia interna all'ospedale, grazie alla comunità di Sant'Egidio. Galantino: valore aggiunto è la gratuità.
Ecco il nuovo percorso clinico per i disturbi da alcol
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Avranno una particolare attenzione e un giorno a loro dedicato. Gli invisibili con problemi di alcol, che hanno già trovato accoglienza nella Villetta della Misericordia all’interno del campus dell’ospedale, saranno infatti tra gli ospiti eccellenti del nuovo
percorso clinico assistenziale creato dalla Fondazione Policlinico Gemelli, dedicato ai pazienti affetti da abuso di alcol e patologie correlate.
Un lavoro d’equipe già avviato da tempo, oggi formalizzato, che segue già 220 pazienti all’anno attraverso un piano che parte dall’ambulatorio e la diagnosi, alla terapia farmacologica, all’assistenza psicologica fino al trapianto, se necessario.

Il fenomeno in Italia

D’altronde le patologie correlate all’uso smodato di alcolici riguardano nel nostro Paese quasi 4 milioni di persone, di cui 1,5 con una dipendenza conclamata, e costano alla collettività circa 53 miliardi di euro, circa 3,5% del Pil. «Dietro i numeri della dipendenza – ricorda infatti il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino – ci sono volti e storie. Il più delle volte, sono volti sfigurati e storie di cui non si salverebbe nulla. Eppure realtà ospedaliere come la nostra si prendono cura di quei volti, perché credono che possano tornare a trasmettere messaggi ed emozioni». Intervenendo stamattina alla presentazione del programma al Policlinico Gemelli, così, il segretario generale della Cei sottolinea il valore innato delle realtà cattoliche per l’accoglienza degli ultimi; un messaggio che «va nella direzione contraria della società che produce scarti e se ne disfa se non corrispondono a canoni condivisi». Poi parlando del nuovo servizio per aiutare a reinserirsi nella società di persone ­con problemi di alcolismo, ne esalta «l’aspetto della gratuità, una scienza poco quotata nella borsa dei valori correnti», che non dovrebbe mai mancare in una struttura come il Gemelli. «Abbiamo il senso della realtà – dice alla fine monsignor Galantino riferendosi all’impegno delle strutture cattoliche - sappiamo cosa facciamo e soprattutto non abbiamo interessi fuori sacco».

Il percorso del Gemelli

Nato dalla collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio il nuovo percorso clinico assistenziale, che dedicherà parte del suo operato ai pazienti senzatetto della Capitale, mira a rendere ancora più integrato il lavoro multidisciplinare dei reparti impegnati nella cura dei malati da abuso di alcol, offrendo ai pazienti una competenza specifica. È un servizio che «ha sviluppato la collaborazione clinica che si unisce alla solidarietà - aggiunge il direttore generale della Fondazione Policlinico Gemelli, Enrico Zampedri – e alla presa in carico a 360 gradi, nonché più mirata». Non vogliamo essere solo buoni con persone considerate scarti, gli fa eco Francesca Zuccari della Comunità di Sant’Egidio, «vogliamo restituire a tutti il diritto alla dignità e alla cura. Questa è la formula vincente».

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