venerdì 31 maggio 2013
​Nel disegno di legge lo stop al finanziamento pubblico sarà a regime dal 2017. Detrazioni del 52% per i contributi fra i 50 e i 5.000 euro e del 26% fino ai 20mila. Previste anche la destinazione volontaria del 2 per mille e la concessione gratuita di spazi e servizi. I bonus fiscali per gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici (detrazione in scadenza il 30 giugno prossimo) passano dal 55% al 65%. 
EDITORIALE Tre nodi da sciogliere di Sergio Soave
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Via libera del Consiglio dei ministri all'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. A dare l'annuncio dell'approvazione del disegno di legge è il presidente del Consiglio, Enrico Letta, che in un tweet ha spiegato che con la nuova legge sul finanziamento ai partiti è abrogato il finanziamento pubblico e si passa "all'incentivazione fiscale dei contributi dei cittadini".Se il ddl verrà approvato senza modifiche dal Parlamento, l'abolizione del finanziamento sarà graduale, entrerà a regime totale tra tre anni, nel 2017, quando terminerà l'erogazione del rimborso già previsto per le elezioni di quest'anno. Il primo anno la riduzione dei rimborsi sarà al 60% e proseguirà in modo graduale scendendo al 50% il secondo anno e al 40% al terzo. Il ddl fissa una serie di regole di trasparenza, di democrazia interna e la presenza di uno statuto, ma anche di bilanci certificati, come condizioni per usufruire delle agevolazioni e degli incentivi fiscali.Diversamente da proposte di legge circolate nei giorni scorsi, come la Finocchiaro-Zanda, si tratta di condizioni non per presentarsi alle elezioni ma solo per usufruire di donazioni dei cittadini e servizi da parte dello Stato. La contribuzione dei cittadini, fissata al 2 per mille, partirà quindi solo dal 2016. Fonti ministeriali spiegano anche che il finanziamento pubblico sarà sostituito da tre fonti di aiuto: detrazioni, libera scelta dei cittadini con il 2 per mille e servizi, come sedi, bollette telefoniche, spazi televisivi."Ci dovrà essere per forza di cose un periodo transitorio, perché esattamente legato alla transitorietà con cui arriveranno i finanziamenti dei privati", ha detto il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi, al termine del Consiglio dei ministri. Il ddl, ha aggiunto Lupi, è l'"attuazione dei principi che avevamo approvato in Consiglio dei ministri, una completa e assoluta rivisitazione del finanziamento dei partiti, dove non ci sarà più il finanziamento pubblico ma il contributo da parte dei privati con agevolazioni fiscali".Lo stop ai finanziamenti non piace a tutti: "Il governo sbaglia perché non ha una linea è una risposta alla demagogia, al qualunquismo e al populismo. Non affronta i nodi veri della vita politica di un paese avanzato", dice lo storico tesoriere dei Ds e oggi parlamentare del Pd, Ugo Sposetti. "In attesa di conoscere il testo del Consiglio dei ministri sul finanziamento dei partiti non posso fare a meno di confermare quello che ho già detto - aggiunge Fabrizio Cicchitto del Pdl - si passa da un estremo all'altro. Da un eccesso di finanziamento pubblico alla sua sostanziale abolizione che a mio avviso avrà solo effetti negativi". Contrario anche Altero Matteoli, secondo cui l'abolizione del finanziamento "è un errore che potrà avere serie ripercussioni sulla qualità della nostra democrazia e spero che il Parlamento possa correggerlo evitando di cedere alla demagogia e al clima attuale". 
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