venerdì 29 novembre 2013
In centinaia di Comuni (anche Milano e Roma) si pagherà un mini-conto. La Uil: in media 42 euro. Quasi tutte le grandi città hanno maggiorato l’imposta. A gennaio "stangatina" da 250 milioni sui contribuenti.
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Sembrava che la partita fosse chiusa e invece non lo è. Sul tormentone Imu prima casa siamo ai tempi supplementari. La seconda rata non è stata infatti abolita del tutto e per tutti. Una beffa per una parte dei cittadini che dovrà pagare a gennaio una quota che la Uil calcola in media in 42 euro.Il decreto varato l’altra sera dal governo stabilisce infatti che i proprietari dovranno contribuire per il 50% (ma in assenza del testo definitivo c’è chi parla del 60%) al pagamento della parte di imposta che eccede l’aliquota base del 4 per mille. I numero dei Comuni e dunque dei cittadini coinvolti non è ancora chiaro: nel 2013 quelli che hanno aumentato l’aliquota sono 873 di cui undici città, tra cui Milano, Bologna Napoli, e Genova. Poi ci sono da considerare i municipi che già nel 2012 avevano scelto di applicare aliquote superiori a quella base. Come ad esempio Roma, Torino, e Palermo. In tutto sono 46 i capoluoghi che prevedono aliquote superiori a quella standard. Teoricamente altri municipi potrebbero aggiungersi alla lista, dal momento che la scadenza per ritoccare le aliquote è il 30 novembre (e il 9 dicembre per pubblicare le delibere).La decisione di non far fronte a tutto il gettito perso dai Comuni con l’abolizione Imu, ha innescato ieri una polemica molto dura da parte dei sindaci verso l’esecutivo. Secondo l’Anci, a suo tempo il governo si era impegnato a garantire tutto l’importo dell’Imu 2013. Mentre il Tesoro si è attenuto (date le note difficoltà di bilancio) a garantire il gettito mancato derivante dall’aliquota standard come era stata fissata dalla legge. Anche per evitare, come in qualche caso probabilmente è avvenuto, che contando su un rimborso "a prescindere" i sindaci alzassero all’ultimo minuto le aliquote per incassare di più.Il gettito derivante dalle maggiorazioni comunali, secondo le stime effettuate dal Tesoro e dall’Anci, vale circa 500 milioni di euro. Di questi il governo si è impegnato nel decreto a garantirne la metà, lasciando per il resto la palla ai Comuni: o ne fanno a meno (scelta difficile a fine anno, quando le spese sono già tutte impegnate) o li chiedono ai cittadini. Il decreto ha garantito invece il pagamento dei 2,15 miliardi necessari a cancellare l’Imu prima casa ad aliquota standard e l’imposta pagata sui terreni agricoli coltivati e i fabbricati rurali strumentali. Le coperture sono state trovate attraverso una forte maggiorazione (fino al 130%) degli acconti Ires, Irap e di quelle sul risparmio amministrato.Quanto si pagherà ? La Cgia di Mestre calcola un importo medio tra i 71 e i 104 euro. La Uil invece lo fissa a 43 euro: si va dai 73 di Milano ai circa 40 di Napoli e Bologna. Molto meno, comunque, di quanto si è pagato nel 2012: rispettivamente 292, 321 e 379 euro medi nelle tre città.Infine un’altra amara sorpresa in tema Imu potrebbe arrivare dai cascami dell’addio alla prima rata 2013. Tra le coperture previste "ballano" i 600 milioni della sanatoria sulle slot e potrebbero così scattare la clausole di salvaguardia: comprendono una maggiorazione degli acconti fiscali di fine anno per le imprese e un aumento delle accise sulla benzina nel 2014.
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