venerdì 27 ottobre 2017
La navata nord è chiusa al pubblico dal 2011 per rischio geologico. I fondi ci sono ma la Regione non ha mai fatto in modo che venissero utilizzati. Il cardinale Montenegro: troppe promesse
Cattedrale di Agrigento chiusa, 6 anni e 8 mesi per nulla / VIDEO
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Sono trascorsi 2.430 giorni, cioè 6 anni e 8 mesi da quel 25 febbraio 2011 quando, con un’ordinanza sindacale, si chiudeva al culto la navata nord della Cattedrale di Agrigento. La ragione? Il rischio idrogeologico che interessa la collina sulla quale si trova la chiesa. È stato un arco di tempo lunghissimo, in cui si sono susseguiti tavoli tecnici e politici tra Palermo, Roma ed Agrigento. Anni in cui i fondi necessari per mitigare il rischio apparivano e scomparivano come il coniglio nel cappello di un illusionista.

Ed oggi, dopo l’ennesima beffa, i fondi ci sono ma chi ha le competenze, il Dipartimento regionale dell’ambiente, non ha mai fatto in modo che venissero utilizzati. Per questo, l’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, venendo meno alla riservatezza che lo ha sempre contraddistinto rompe gli indugi: «Con profondo rammarico – dichiara – ci troviamo, ancora una volta, a dover 'denunciare' l’operato della Regione Siciliana che, con atti formali, ha posto un punto di sospensione nell’iter per la messa in sicurezza del colle San Gerlando. Quante promesse! Tanti si sono impegnati però poi, forse, si sono dimenticati. E intanto la Cattedrale scivola! Le ultime notizie che ho appreso sulla vicenda Colle e Cattedrale sono solo altre parole che non riescono a reggere le strutture».

L’arcivescovo Montenegro ha voluto far conoscere le condizioni in cui versa la Cattedrale invitando la stampa a un tour all’interno dell’edificio sacro. È lo stesso cardinale a fare da cicerone in questa visita alla «mamma malata», come lui stesso ha sempre definito, in questi anni, la Cattedrale. La navata nord è attraversata dalla linea di faglia; una moneta da due euro si incastra perfettamente nel solco che spezza in due parti la Cattedrale normanna.

Il magnifico soffitto a cassettoni è oscurato dalla serie di tubi delle impalcature che sorreggono gli archi. Dove un tempo sorgeva la cappella De Marinis, in cui erano conservati i pezzi lapidei più pregiati, oggi non regna altro che polvere e ragnatele. In questi anni, in cui la politica non ha mantenuto quanto promesso, l’unica certezza è stata la testardaggine dell’Arcidiocesi.

Il risultato sono i lavori, grazie alla partecipazione ad un bando dell’assessorato regionale infrastrutture insieme al Comune di Agrigento, che dovrebbero partire a dicembre, e che riguarderanno il corpo di fabbrica. Lavori che metteranno in sicurezza i beni custoditi all’interno della Cattedrale, ma che potrebbero essere vanificati se non si rinsalderà la collina. Intanto il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, comincia a pensare all’incolumità dei suoi concittadini: «Se continua lo scivolamento verso il basso della collina della Cattedrale, da un momento all’altro la Protezione civile potrebbe dirci di avviare gli sgomberi delle famiglie e delle attività commerciali e chiudere la via 25 Aprile», l’arteria che si trova proprio sotto la chiesa.

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