lunedì 2 agosto 2010
L'assassino, che ha solo tre anni più della vittima, si è consegnato ai carabinieri: «Ho fatto una cavolata, non volevo». Motivo scatenante della lite, una ragazza.
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Una lite per una ragazza. Questa la motivazione che ha portato un sedicenne ad accoltellare a morte un ragazzo di 13 anni, Matteo Galati,  la scorse notte a Bronte, nel Catanese. Nella lite è stato coinvolto anche un amico della vittima, anche lui tredicenne. Quest'ultimo ha tentato di disarmare l'accoltellatore ma è stato a sua volta ferito gravemente ad una mano. Matteo è stato colpito con tre coltellate, vibrate dal sedicenne con una piccola lama a serramanico lunga cinque centimetri. Fatale la pugnalata all'addome, che ha causato un'imponente emorragia. La vittima avrebbe frequentato l'anno prossimo la terza media. L'omicida, che si è costituito ai carabinieri poco dopo il delitto e ha consegnato il suo coltello, è figlio di un pregiudicato da anni in carcere. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Matteo qualche giorno prima aveva fatto a botte con un coetaneo che si era invaghito della stessa ragazzina. «Lasciala stare, lei interessa ad un mio amico», aveva detto Matteo all'altro pretendente che dopo avere avuto la peggio nella lite ha chiesto l'aiuto del sedicenne.La scorsa notte il tragico epilogo della rivalità nel vicolo Pier Francesco da Palestrina. Matteo, trafitto dalle coltellate, si è accasciato al suolo ed è morto un'ora dopo in ospedale a Bronte. Mentre Matteo spirava, il sedicenne si consegnava ai carabinieri. Al piantone della caserma ha detto: «Ho fatto un cavolata, non volevo», poi ha vomitato. Domani l'assassino sarà interrogato dal pm della Procura dei minori di Catania, Carla Santocono. Intanto è rinchiuso nel centro di prima accoglienza di via Franchetti. Sempre domani sarà eseguita l'autopsia sul cadavere di Matteo.Non destano preoccupazioni le condizioni dell'altro tredicenne, ferito a una mano dall'omicida mentre tentava di difendere Matteo. È ricoverato nell'ospedale Cannizzaro di Catania per l'intervento chirurgico necessario a restituire funzionalità alla mano trapassata dal coltello, che ha reciso i tendini.«Sono molto dispiaciuto per quanto accaduto. Questa è una sconfitta generale per la città di Bronte. Evidentemente tutto il lavoro svolto in questi anni per aggregare i giovani, non è stato sufficiente». Così il sindaco di Bronte e senatore del Pdl, Pino Firrarello, ha commentato l'omicidio del tredicenne avvenuto la notte scorsa nel grosso centro della provincia etnea. Il primo cittadino ha inoltre invitato «i genitori a essere più vigili verso i propri figli».
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