domenica 18 febbraio 2018
Non si è sbloccata la situazione di diverse famiglie che hanno occupato il Duomo per chiedere una casa e un lavoro alle istituzioni. Solo la Chiesa le sta aiutando: vivono lì dal 28 novembre
Il Duomo di Catania, eletto a “domicilio” da una cinquantina di poveri della città

Il Duomo di Catania, eletto a “domicilio” da una cinquantina di poveri della città

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Soltanto una pausa, in ossequio a Sant’Agata, la Patrona della città, e poi di nuovo tutti dentro, in Cattedrale, per reclamare casa e lavoro. Gli occupanti del principale luogo di culto di Catania lo avevano preannunciato già il 28 novembre scorso, primo giorno della protesta, che sarebbero andati ad oltranza e così - sin qui - è stato. Una cinquantina di persone provenienti da vari quartieri periferici, in particolare Librino, Pignino e San Giorgio, ha trascorso quasi tre mesi in Cattedrale, trovando una sistemazione diversa dal primo al 6 febbraio scorsi, per non ostacolare le celebrazioni in onore di Sant’Agata. «Durante quei giorni siamo rimasti dentro solo io e Davide Bua, poi sono tornati tutti quelli che c’erano prima», riferisce Aurora De Luca, tra gli alfieri della protesta che le ha procurato anche un avviso orale da parte dell’autorità di pubblica sicurezza.

«Mi ha amareggiato parecchio questo provvedimento – dice con un filo di voce – perché ritengo che la società e le istituzioni dovrebbero dare una possibilità di recupero a chi vuole affrontare un percorso giusto. Ma, al di là delle questioni personali, devo ribadire che il nostro non è un capriccio, ma l’espressione di un forte stato di disperazione e non auguro ad altri ciò che stiamo vivendo». Una condizione drammatica, lenita dal supporto fornito da monsignor Barbaro Scionti, parroco della Cattedrale, che con il conforto dell’arcivescovo, Salvatore Gristina, si sta adoperando per far sì che la permanenza del gruppo in chiesa risulti il meno disagevole possibile.

«Nella stessa direzione – aggiunge Aurora – si sta muovendo don Mario con la struttura della “Casa del sorriso”, a noi parecchio vicino». Nel contesto generale, poi, emerge la vicenda più che drammatica che riguarda Desy Bittolo, giovane madre unica occupante che, al momento, ha dovuto fare un passo indietro, non per mancanza di ideali, ma per amore della sua bimba, Cristal, più volte ricoverata nel reparto di Pneumologia del Policlinico di Catania e ora in cura al “Gaslini” di Genova, per via della sindrome del lobo medio che l’ha colpita. Una storia segnata da innumerevoli problemi quella di Desy, abbandonata dal padre da piccola e cresciuta dai nonni e con una mamma che ha lavorato sodo per garantirle il minimo sostentamento. Adesso lei è madre e soffre per la sua bambina che lotta per vivere, l’unica ragione che l’ha costretta a lasciare la Cattedrale. «Vorrei tanto che il nostro messaggio di dolore e disperazione giungesse a Papa Francesco». Poi, la commozione la ferma e il pensiero torna a Cristal: la lotta è anche per lei.


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