I capigruppo di maggioranza, Fabrizio Cicchitto, Marco Reguzzoni e Luciano Sardelli hanno inviato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, una lettera nella quale chiedono di sollevare conflitto di attribuzioni fra i poteri dello Stato «a tutela delle prerogative della Camera». I capigruppo della maggioranza chiedono, tra l'altro, di sollevare conflitto di attribuzioni per «l'assoluta infondatezza e illogicità dei capi di imputazione». «All'organismo parlamentare - si legge nella lettera trasmessa a Fini - non può essere sottratta una propria autonoma valutazione sulla natura ministeriale o non ministeriale dei reati oggetto di indagine giudiziaria. Né tantomeno ove non condivida la conclusione negativa espressa dal Tribunale dei ministri - la possibilità di sollevare conflitto d'attribuzioni davanti alla Corte costituzionale - assumendo di essere stata menomata per effetto della decisione giudiziaria, della potestà riconosciutale dall'Articolo 96 della Costituzione». I magistrati di Milano, decidendo di continuare a occuparsi del caso Ruby, nonostante la Camera si fosse pronunciata per la competenza del tribunale dei ministri, avrebbero leso le prerogative dell'assemblea di Montecitorio e avrebbero dato della disciplina vigente «un'interpretazione scorretta». È quanto si legge nella lettera scritta dai capigruppo di maggioranza alla Camera Fabrizio Cicchitto, Marco Reguzzoni e Luciano Sardelli.
FRATTINI, ORA FINI FACCIA DECIDERE A PARLAMENTOGianfranco Fini ora «ha il dovere istituzionale di ascoltare i gruppi parlamentari e, se vi sono le condizioni, come credo vi siano, dare «l'opportunità al Parlamento di decidere». Lo ha detto il
ministro degli Esteri Franco Frattini commentando a
Otto e Mezzo il conflitto di attribuzione sul caso Ruby sollevato dal Pdl alla Camera.
PD, CHIEDONO TRIBUNALE MINISTRI PER EVITARE PROCESSO«La maggioranza ha chiesto di sollevare il conflitto di attribuzione solo perché vuole negare l'autorizzazione a procedere nei confronti di Silvio Berlusconi». È netto il giudizio della
capogruppo democratica nella giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio, Marilena Samperi che sottolinea come sia «umiliante per il Parlamento la tesi che Berlusconi abbia telefonato in Procura a Milano per salvaguardare un interesse pubblico o tutelare un rilevante interesse dello Stato. La verità è che stanno usando il Parlamento per metterlo al servizio dei vizi privati del premier e la richiesta del Tribunale dei ministri serve solo ad evitare il processo a Berlusconi».