mercoledì 13 febbraio 2019
Il parere di Gasparri, presidente della Giunta per le immunità parlamentari. E chiederà di rinviare a Catania gli atti sulla "corresponsabilità" di Conte, Di Maio e Toninell
Caso Diciotti, la Giunta verso il "no" al processo a Salvini
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Nel caso Diciotti, i lavori della Giunta per le immunità del Senato sono appena entrati nel vivo, ma già la linea del "no" all’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini sembra profilarsi in modo marcato. A ipotizzarla è il presidente della Giunta e relatore Maurizio Gasparri (Forza Italia), ma lo stesso Movimento 5 Stelle ci sta ragionando, usando come argomentazione quella dell’«interesse pubblico», rintracciabile nella memoria difensiva di Salvini e condivisa dal premier Giuseppe Conte, dal vicepremier Luigi Di Maio e dal ministro Danilo Toninelli.

La relazione di Gasparri

«Alla luce delle argomentazioni fin qui evidenziate», ha chiesto il presidente, va valutata «l’opportunità che la Giunta proponga all’Assemblea il diniego della richiesta di autorizzazione a procedere» per Salvini, avanzata dal tribunale dei ministri di Catania per sequestro di persona aggravato di 177 migranti soccorsi dalla nave Diciotti. Per Gasparri, l’azione del ministro configurerebbe il presupposto «dell’articolo 9, comma 3 della legge costituzionale del 1989» e cioè «che ci siano delle esimenti che attengono al comportamento del governo» che «attengono a un preminente interesse pubblico». Le sue argomentazioni, contenute in una relazione di 15 pagine, verranno discusse entro giovedìi, in vista di un voto entro il 22 febbraio. Poi la parola passerà all’Aula, che dovrà pronunciarsi entro il 25 marzo.

Atti a Catania

I documenti firmati da Conte, Di Maio e Toninelli, allegati alla memoria di Salvini, verranno inviati dal Senato ai magistrati di Catania, come aveva chiesto il senatore Pietro Grasso (Leu). L’invio non allungherà comunque i tempi di lavoro della Giunta: «La procura faccia ciò che vuole, noi decideremo entro i termini previsti», fa sapere Gasparri.

M5s e l’ipotesi del no

Numeri alla mano, dunque, il ministro Salvini potrebbe superare il doppio scoglio in Giunta e in Aula. Se infatti da giorni Forza Italia e Fratelli d’Italia (oltre alla Lega) propendono per il diniego, ora la stessa mossa la sta valutando il Movimento 5 stelle: la riserva non è stata sciolta, ma la scelta del no resta in campo. Ieri, in Giunta, nessuno dei 7 pentastellati ha preso la parola. Lasciando i lavori, Mario Giarrusso evita domande dirette: «Decisione presa? Aspettate e vedrete». Nel caso di un no a una richiesta della magistratura, la base del Movimento capirebbe? «Non esiste la base. Ci sono gli attivisti» e loro «capiscono». Anche il collega Francesco Urraro pare escludere che un "no" venga interpretato come un "tradimento" delle convinzioni dei cinquestelle, da sempre contrari all’immunità parlamentare. A suo parere, la decisione «farà riferimento alla linea governativa, al contratto di governo» e alle dichiarazioni del premier Conte.

Le sinistre: deriva pericolosa

Per il senatore Grasso (Leu), lascia perplessi il fatto che un fine politico «non preveda valutazioni sui mezzi per raggiungerlo. È pericolosa questa deriva». Secondo Anna Rossomando (Pd), non si può far passare «una linea politica» come la linea dello Stato. Concorda l’ex M5s, ora nel gruppo Misto, Gregorio De Falco: «Far coincidere il governo con lo Stato è molto pericoloso».
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