venerdì 26 marzo 2010
L'arcivescovo di Potenza Agostino Superbo sul caso Claps l’assassino chieda perdono e si consegni alla giustizia. Il presule: sono alleato della famiglia e prego perché questa storia si chiuda il prima possibile. Il questore: determinati nella ricerca del colpevole.
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«Prima di ogni cosa chieda perdono a Dio, non nasconda nulla agli investigatori e si consegni, questo allevierà il dolore della famiglia. Le falsità stanno producendo molto male e non danno speranza». L’appello all’assassino di Elisa Claps, la 16enne potentina scomparsa 17 anni fa e il cui cadavere è stato ritrovato il 17 marzo nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, è di monsignor Agostino Superbo, arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo.Il presule parla ai giornalisti che lo aspettano al termine di una celebrazione nella cattedrale di Potenza. Non nasconde il momento della prova e del dolore soprattutto quando pensa alla famiglia di Elisa. Una famiglia straziata dal dolore e dalla rabbia, che cerca risposte anche dopo che giovedì si è diffusa la notizia che il viceparroco della Santissima Trinità, don Wagno Oliveira E Silva, 33 anni, ordinato sacerdote il 3 maggio scorso, sarebbe stato a conoscenza, da gennaio, della presenza di un cadavere nella canonica. «Addirittura non so neanche che cosa abbia visto. Ho solo capito che aveva qualcosa di importante da riferire agli inquirenti – dice Superbo –. E per questo ho indirizzato il sacerdote alle forze dell’ordine».Quel giorno di gennaio, secondo una versione attribuita a don Wagno e circolata in città, due donne delle pulizie – che solitamente eviterebbero di salire nel sottotetto della chiesa – gli avrebbero detto di aver visto in quei locali qualcosa di somigliante a un teschio. Il sacerdote sarebbe quindi andato a controllare utilizzando, nella stanza buia, la luce del suo telefonino. Ma – sempre secondo questa versione dei fatti, che contrasterebbe con quella delle due donne – sarebbe riuscito a vedere solo un "cumulo di immondizie", e non la figura del teschio. Tornato nel suo ufficio si sarebbe quindi tranquillizzato (peraltro in quei giorni don Wagno accusava i sintomi di un acuto attacco influenzale).L’arcivescovo incontrerà il sacerdote nelle prossime ore per chiedergli se la deposizione resa ai magistrati era completa. L’eventuale ritardo dell’allarme da parte del viceparroco interesserebbe relativamente alle forze dell’ordine impegnate – e forse mai così vicine – a identificare l’assassino (l’unico indagato è Danilo Restivo, già condannato per falsa testimonianza, che vide Elisa la mattina della scomparsa, il 12 settembre 1993) e a chiarire la dinamica dell’omicidio ed eventuali complicità e coperture. Ai dubbi della famiglia Claps, il presule risponde: «Sono il primo a volere la verità, sono il primo a pregare perché questa storia si chiuda il più rapidamente possibile. Alla famiglia dico: sono il vostro primo alleato». E aggiunge: «Quando ho parlato di una Chiesa che chiede perdono per colpe e omissioni non intendevo attribuire responsabilità ad alcuno perché se fossi a conoscenza di comportamenti contrari alla legge li denuncerei. Intendevo, con quelle parole, chiamare in causa tutta la società civile e spronare chi conosce ulteriori particolari della vicenda a farsi vivo».Mancano poche ore ai riti della Settimana Santa. Superbo li presiederà «accostando al dolore di Cristo quello dell’intera comunità cristiana». Una comunità, ribadisce l’arcivescovo vice presidente della Cei, «che vuole stare accanto alla famiglia e che si prefigge di perseguire la verità». Un obiettivo dichiarato anche dal questore del capoluogo lucano, Romolo Panico, che chiede ai giornalisti «di farci lavorare in tranquillità» e aggiunge: «Siamo determinatissimi nella ricerca del responsabile o dei responsabili di Elisa».
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