mercoledì 6 febbraio 2019
L'indagine aperta sulle modalità dell'arrivo a Ciampino del terrorista latitante. L'imputazione: mancata tutela dell'arrestato. La richiesta di archiviazione al Tribunale dei ministri
L'arrivo di Cesare Battisti in Italia lo scorso 15 gennaio

L'arrivo di Cesare Battisti in Italia lo scorso 15 gennaio

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La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'indagine aperta in relazione alle modalità dell'arrivo a Ciampino del terrorista Cesare Battisti. Il fascicolo era stato avviato dopo un esposto che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati per il reato di mancata tutela della dignità della persona arrestata, il ministro dell'interno Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafefe. La richiesta di archiviazione è già stata inviata al Tribunale dei Ministri.

Sulla vicenda dell'arrivo di Battisti all'aeroporto romano, il 15 gennaio scorso, sono arrivati almeno due esposti. Uno è a firma della Camera Penale della Capitale e puntava l'attenzione sul video pubblicato dal profilo Fb del ministro della Giustizia, in cui sono state riprese le varie fasi dell'arrivo di Battisti comprese le procedure di fotosegnalamento effettuato negli uffici della Questura e quelle relative alle impronte digitali. Nel documento, sottoscritto dall'intero direttivo, si fa riferimento anche a quanto previsto dall'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo sul «divieto di trattamenti disumani e degradanti».

Nell'esposto, inviato per conoscenza anche ai Garanti per la privacy e per i diritti dei detenuti, si cita l'articolo 114 del Codice di procedura che vieta «la pubblicazione dell'immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all'uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica» e l'articolo 42 bis dell'ordinamento penitenziario che prevede che «nelle traduzioni siano adottate le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità».

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