mercoledì 22 dicembre 2010

 

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«Vogliamo concorrere alle scelte positive per l’Italia e non mettere i bastoni tra le ruote al governo Berlusconi...». Dietro le parole di Pier Ferdinando Casini non c’è molto di più della conferma di una linea politica declinata negli ultimi mesi, ma è il momento che conta e il ministro Altero Matteoli arriva a una conclusione esageratamente ottimistica: «Ho sempre auspicato che l’Udc tornasse a far parte del centrodestra, perchè il suo elettorato è sicuramente di centrodestra. Questa volta sento tale prospettiva più vicina e non può che farmi piacere». Il traguardo non è comunque vicino e il capo dell’Udc sembra il primo a voler chiarire che non c’è nessuna accelerazione e che il titolo d’apertura del Corriere della Sera (Casini apre a Berlusconi) non fotografa con esattezza la realtà. «Io non ho né aperto né chiuso a nessuno. Io da sempre ho la mia posizione di persona responsabile e sui singoli provvedimenti in Parlamento voteremo in maniera responsabile». Insomma (almeno per ora) Casini esclude un’alleanza formale con il Pdl e, dopo aver ribadito che all’Udc non interessano posti di governo, si limita a ragionare sulla possibilità di un appoggio sulle cose. «Si è coagulata un’area di gente responsabile che non vuole mettere in ginocchio l’Italia», spiega il leader centrista che sintetizzando la linea del Terzo polo arriva presto al punto: «Abbiamo votato assieme la sfiducia a Berlusconi, ora la partita è finita. Berlusconi ha la maggioranza e ha il dovere di governare... Possiamo concorrere alle scelte positive per il Paese. E mi auguro che il Pd faccia lo stesso».Non è la svolta, ma il cammino va avanti. Berlusconi continua a lavorare e il capogruppo del Pdl a Montecitorio Cicchitto batte un nuovo colpo: «...Sul piano politico la stretta alleanza fra Berlusconi e Bossi non è preclusiva nei confronti né dell’Udc, né di coloro che si sono collocati in Futuro e libertà e adesso ne vedono le contraddizioni e i limiti». C’è il via libera del Pdl, ma ancora non c’è quello della Lega. O almeno – per dirla con il presidente dei deputati del carroccio Reguzzoni – non c’è fino a quando l’Udc non dirà sì al federalismo. «L’Udc è sempre stata contro il federalismo. Sono loro che devono cambiare idea», spiega il capogruppo che insiste: «C’è stata un’apertura dell’Udc? Allora vedremo se voteranno i provvedimenti del governo sul federalismo».Bisogna aspettare gennaio e la ripresa dei lavori parlamentari per capire. Ma intanto Casini insiste e dice di voler fare suo il modello Usa: «Lì i repubblicani con i democratici hanno votato la riforma fiscale di Obama: una forza di opposizione e una forza di governo insieme per il bene del Paese nel rispetto dei ruoli». Per il resto il cammino è chiaro. No al voto anticipato perché «c’è la speculazione internazionale in agguato dietro l’angolo». E no a un’alleanza con il Pd che «credo debba chiarirsi le idee». C’è una domanda su D’Alema e Casini è netto: «Con lui ho un rapporto buono, ma il loro cantiere non è il mio». E una su Vendola. «Come politico non mi piace perché è un grosso ammaliatore. È affascinante, ha una grossa carica, ma non è il mio tipo», ripete Casini che chiarisce l’ultimo dubbio: «Se ci saranno elezioni non ci presenteremo con una lista insieme a Fini. Sarà una coalizione in cui tutti manterranno la propria identità».
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