venerdì 8 febbraio 2019
Scatta la denuncia del Comitato 'Terre in moto Marche': dalle analisi effettuate i funghi che si sono formati nelle abitazioni temporanee sono dannosi per la salute e portatori di infezioni
Così la muffa mina la salute nelle casette del terremoto
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La muffa che si è formata nelle casette potrebbe essere 'pericolosa per la salute'. Scatta la denuncia del comitato Terre in moto Marche, dopo che gli abitanti delle Sae (le soluzioni abitative d’emergenza) si sono dovuti attivare pagando a proprie spese le analisi nei laboratori privati. Dai risultati, emerge la presenza di aspergillus flavus e aspergillus niger in quelle muffe: funghi, in altre parole, potenzialmente tossici o portatori di infezioni. «Da mesi – fanno notare dal comitato – centinaia di persone sono costrette a vivere in casette che presentano evidenti problemi strutturali con muffe e funghi che dopo i lavori di ripristino si sono puntualmente ripresentati». Sono in corso i sopralluoghi congiunti di Regione Lazio e Cns, intanto, anche sulle casette di Amatrice: scopo delle attività dei tecnici è quello di verificare la funzionalità dei moduli abitativi, dopo le tante segnalazioni anche da qui di muffa e infiltrazioni d’acqua e umidità, guasti e malfuzionamenti. I residenti, lì come nelle Marche, resistono a tutto, compreso il freddo intenso di questi giorni.

Nel frattempo la Cgil di Macerata lancia un nuovo allarme: un aspetto preoccupante riguarda proprio i costi di costruzione delle casette. «Basta guardare le tabelle con le spese sul contratto tra Europa e Gips (due delle ditte dei cantieri) – spiegano i sindacalisti Daniel Taddei e Massimo De Luca – dove si leggono prezzi bassissimi rispetto ai costi che sarebbero necessari per quei lavori. Abbiamo chiesto a imprese 'sane', e i costi giusti sarebbero pari a circa il doppio di quelle cifre. Ne fanno le spese adesso non solo i lavoratori dei cantieri e gli sfollati, ma la collettività intera, quelli sono soldi nostri, di tutti». Intanto, altri lavoratori vengono cacciati dai cantieri: «Una volta che tu scegli di andare dal sindacato, allora vai con loro. Io non ti posso tenere». Questa è una delle frasi che emerge dalla registrazione di una telefonata tipo: così la definiscono i sindacalisti, perché esemplificativa del clima che si respira nel mondo dei cantieri delle casette per il terremoto. Si tratta di una conversazione tra un operaio e il responsabile di quel cantiere: «Il dipendente in questione è stato cacciato dal posto di lavoro perché si è rivolto a noi» sottolineano Taddei e De Luca. La Cgil aveva 'scoperchiato' i problemi delle aree Sae, raccogliendo già a dicembre 2017 un dossier con infortuni non denunciati, operai in nero, assenza dei dispositivi di sicurezza, sospetto caporalato e rischio di infiltrazioni mafiose. Dossier portato alla procura di Macerata che, a indagini chiuse da pochi giorni, vedono indagato uno dei responsabili di cantiere.

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