venerdì 11 agosto 2017
La presidente Paini: «È un patto tra i proprietari degli immobili, gli inquilini e noi che facciamo da garanti». E chi vuole può aiutare a pagare i costi con un contributo di almeno 5 euro al mese
Case alle famiglie bisognose per un anno in affitto agevolato
COMMENTA E CONDIVIDI

Chi cerca casa e non la trova: poveri, sfrattati, migranti, donne sole e disoccupate con figli a carico, persone con un forte disagio sociale ma anche imprenditori che hanno perso tutto e non sanno più dove andare a dormire. La Fondazione Giovan Battista Scalabrini di Como sceglie dalla strada le famiglie da accogliere nei 19 appartamenti, pronti da abitare, messi a disposizione dai suoi benefattori.

È un’iniziativa unica nel suo genere in Italia. Per ora. Dare una casa a una famiglia per un anno, il tempo necessario, cioè, per rimettersi in gioco, trovare un nuovo lavoro, riorganizzarsi dopo una separazione, superare una grave malattia. Ridare la speranza a chi l’ha persa. Ma sempre dentro un rapporto. Perché non si tratta di generosità e basta: è necessario che ognuno faccia la sua parte. Lo spiega la presidente della fondazione comasca, Francesca Paini: «Il nostro scopo è sostenere concretamente famiglie fragili che stanno cercando di risolvere una fase di grave disagio, e lo facciamo senza avere risorse, almeno in partenza, se non la nostra stessa reputazione, che spendiamo con i proprietari che ci affidano gli immobili da affittare, le associazioni che ci segnalano i soggetti in difficoltà, le istituzioni e, non ultimi, gli stessi destinatari degli alloggi che si impegnano a pagare anche solo una parte delle spese. Noi proponiamo un patto a tre e facciamo un gioco di squadra nel quale, se i rapporti funzionano, alla fine tutti vincono».

Non è solo questione di “buon cuore”, dunque, ma di affermare un nuovo modello di assistenza sociale che costi il meno possibile alla collettività realizzando gli obiettivi di ciascuno, fuori da ogni speculazione. Un sistema esportabile ovunque, capace di incidere nell’economia reale. «Cerchiamo di procurare ai padroni di casa gli inquilini migliori del mondo – precisa la presidente – anche se squattrinati...». Ma è difficile reperire gli alloggi? «No, se si considera che possedere un appartamento sfitto spesso rappresenta un peso, perché non tutti riescono, o vogliono, venderlo o affittarlo a chiunque capiti».
Fondazione Scalabrini opera nella provincia di Como in stretta collaborazione con Acli, Confcooperative, Caritas. E con le amministrazioni comunali del territorio. Come quella di Capiago Intimiano che ha deciso di abolire l’Imu sulle seconde case nel periodo in cui saranno affittate a una famiglia indicata dalla Fondazione Scalabrini. Gli ospiti, però, dovranno rispettare una serie di regole di comportamento.

La Fondazione, che dal 2011 ad oggi ha accolto 262 persone bisognose, chiede ai cittadini di adottare una famiglia (e la sua casa) contribuendo a pagare l’affitto o le utenze per chi proprio non ce la fa: bastano anche 5 euro al giorno. «Ci servono donazioni, certo – conclude Paini – ma per noi è molto importante anche avere l’aiuto di volontari che ci donano il loro tempo, c’è posto per ogni competenza: dalla manutenzione alla contabilità, dai trasporti al cucito, dalle riparazioni ai lavori di ufficio, dall’economia domestica al lavoro di archiviazione».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: