mercoledì 11 ottobre 2017
Aumentano le persone assistite dalla struttura milanese guidata da don Colmegna. I conti certificati da un organismo esterno
L'esterno della Casa della Carità a Milano (Omnimilano)

L'esterno della Casa della Carità a Milano (Omnimilano)

COMMENTA E CONDIVIDI

Aumenta la gente che bussa alla Casa della Carità. Nel 2016 sono state aiutate 7.078 persone e ne sono state accolte 1.090. In tutto 169.991 giorni di ospitalità, il 25% in più del 2015. Un’accoglienza che si è potuta concretizzare grazie a 121 lavoratori, 116 volontari e 16.322 donatori. Sono alcune cifre del bilancio di sostenibilità della Fondazione, il primo ad essere asseverato, cioè valutato da un ente esterno. Non solo, il primo bilancio di questo tipo nel Terzo Settore.

«In un momento in cui il no profit è sotto pressione per le tante emergenze da affrontare, la strada da percorrere è fatta di organizzazione e professionalità sempre più elevate – ha spiegato il presidente don Virginio Colmegna -. In quest’ottica, l’asseverazione del bilancio non è un passaggio burocratico, ma è per noi un primo, importante traguardo. È un modo per dare ancora più valore al nostro impegno, sociale e culturale, verso quella “città a misura di sguardo” che il cardinal Martini ci ha invitato a sognare, immaginare e realizzare ogni giorno».

Grande apprezzamento da don Walter Magnoni, responsabile Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Milano: «Va recuperato il principio che “il bene va fatto bene”. È un esempio di tentativo reale di coerenza, nello stile che ha lanciato Benedetto XVI nell’enciclica “Caritas in veritate” sulla sfida della gratuità e della carità. Ma ci sono anche punti di contatto con la “Laudato si’” di Papa Francesco sulla cura delle relazioni, l’incontro fra generazioni e l’elogio delle piccole azioni quotidiane».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: