giovedì 5 agosto 2010
La Procura della capitale ha aperto un'inchiesta sulla cessione da parte di An di un appartamento nella città francese dove abiterebbe il cognato del presidente della Camera, Gianfranco Fini.
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Finisce in tribunale la vicenda dell'appartamento monegasco donato ad An e ora abitato dal cognato di Gianfranco Fini. Questa volta, però, le smentite delle parti in causa, con tanto di richieste di rettifica e risarcimento danni, non c'entrano nulla: la Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando i reati di truffa aggravata e appropriazione indebita. Una vicenda che potrebbe allargarsi all'intero patrimonio della "defunta" Alleanza Nazionale.«Ben vengano le indagini», commenta il presidente della Camera. Tirato per la giacca niente meno che da Berlusconi, che alla cena con i deputati della scorsa notte lo ha invitato a rendere conto delle notizie "poco chiare" su di lui, la terza carica dello Stato rilascia la sua prima dichiarazione sulla faccenda. Poche righe, scritte nero su bianco, in cui prende atto del lavoro della magistratura, «anche se - osserva - la denunzia proviene da avversari politici».   È stata infatti la querela di Marco Di Andrea e Roberto Buonasorte, militanti della Destra di Francesco Storace, a spingere il procuratore aggiunto Pier Filippo Lariani ad avviare il procedimento. Un "atto dovuto", viene sottolineato a Piazzale Clodio, per fare chiarezza su una storia che sta alimentando anche il dibattito politico di questi giorni.Se per il capogruppo dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, «Fini deve dare spiegazioni come tutti», il leader Udc Pier Ferdinando Casini parla di «squadrismo intimidatorio», mentre il presidente dei Liberal del Pd, Enzo Bianco, nota la «singolare coincidenza tra il manifestarsi di una posizione politica dirompente e gli attacchi personali». Con tanto di «intimidazioni - prosegue Bianco - e fuoco di sbarramento di "giornali amici"».Parlano di "strumentalizzazione politica" anche gli avvocati di Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, la compagna di Fini, che smentiscono il coinvolgimento dell'uomo in società che lavorano per la Rai come invece scrive oggi Libero. E mentre lady Fini deve difendersi dagli attacchi del suo ex, l'estroso imprenditore Luciano Gaucci che vuole indietro i suoi ricchi regali, gli eredi della contessa Anna Maria Colleoni, la nobildonna che lasciò l'appartamento di Montecarlo in eredità ad An, stanno pensando di impugnare il testamento.Il caso, insomma, si allarga a macchia d'olio. E rischia di estendersi a tutto il patrimonio di An, con la guerra tra i finiani e gli ex compagni di partito ora nel Pdl sullo sfondo. Immobili e denaro finiti nelle casse del partito che non c'è più per mantenere «la buona causa», osserva l'ex colonnello di An, Altero Matteoli, non possono infatti finire nelle mani di Fini «solo perchè era il segretario del partito». E ora il tesoro, alcune centinaia di milioni di euro, sarà passato al vaglio di una società di revisione in attesa che la separazione sia totale.
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