giovedì 18 luglio 2019
La capitana Carola in Tribunale ad Agrigento. I sostenitori dell'attivista riuniti in un sit-in: «Salvare vite non è un reato».
Rackete interrogata: «Ue trovi accordi per la spartizione dei migranti»
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Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3, è arrivata questa mattina al tribunale di Agrigento, attorno alle 9:45. La capitana è stata interrogata dal procuratore aggiunto, Salvatore Vella, e dai sostituti Alessandra Russo e Cecilia Baravelli. Oggetto della convocazione il procedimento a carico dell'attivista tedesca, che ipotizza il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e la resistenza a nave da guerra.

Carola è arrivata a piedi assieme ai suoi avvocati, Leonardo Marino e Alessandro Gamberini. La comandante della 'Sea Watch 3' non ha parlato con i cronisti, divincolandosi a fatica fra le decine di telecamere e operatori. «Abbiamo migliaia di profughi che vanno evacuati da un Paese in guerra - ha detto Rackete a fine interrogatorio -. Mi aspetto dalla Commissione europea che trovi al più presto un accordo per dividere i profughi tra i paesi europei. Sono molto felice di avere avuto l'opportunità di spiegare ai magistrati tutte le circostanze della missione di salvataggio».

All'uscita dal tribunale Rackete è stata accolta dagli applausi dei cittadini e degli attivisti delle associazioni pro migranti riuniti un sit-in a sostegno della comandante. «Salvare vite in mare non è reato»: questa la scritta che campeggiava su uno degli striscioni tenuto alzato davanti la porta di ingresso del palazzo di giustizia. Ai cronisti che infine gli hanno chiesto cosa pensasse del ministro dell'Interno Matteo Salvini ha risposto laconica: «Nulla».

"Il pm ha chiesto i chiarimenti del caso e noi abbiamo prodotto i documenti necessari. È una vicenda chiara", ha dichiarato l'avvocato Gamberini prima di lasciare il palazzo di giustizia. "È giusto che ci sia una indagine", dice. "Si è parlato del momento del soccorso e del passaggio della nave nelle acque territoriali - dice - la Nave si trovava in stato di necessità".

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