sabato 21 maggio 2016
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«Caro Papa Francesco, ti scrivo dalla mia stanza all’ultimo piano, vicino al cielo, per dirti che in realtà ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne, di quei bambini, e di quegli uomini che nessuno vuole accogliere in Europa. Questo è il Vangelo che io amo e che voglio continuare a vivere accanto agli ultimi, quelli che tutti scartano». Sono le prime righe della lettera che Marco Pannella ha inviato al Papa il 22 aprile. Scritta a mano, si chiude con un saluto tutto in maiuscolo: «Ti voglio bene davvero, tuo Marco»

Alla fine il leader radicale ha aggiunto un post scriptum: «Ho preso in mano la croce che portava mons. Romero, e non riesco a staccarmene». La lettera è stata portata a papa Francesco da monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. È stato lui a spiegare a Pannella, di cui è da tempo amico, l’origine di quella croce. «Marco mi ha chiesto di indossarla, non voleva più staccarsene. E alla fine, quando prima di andare via me la sono ripresa, dentro di me ho sentito un po’ di rimorso».
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