lunedì 9 agosto 2010
Secondo quanto riferito dal responsabile nazionale immigrazione, Oliviero Forti, l'80% degli immigrati continua ad arrivare nel nostro Paese via terra. E si stanno modificando le rotte dei trafficanti, che puntano ad est. «C'è bisogno di una politica che vada oltre i respingimenti».
- Linosa: sbarcati 40 immigrati
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L'immigrazione non è tema che possa essere sempre trattato in modo strumentale dalle forse politica, questo significa non voler affrontare sul serio la questione. È quanto dice Oliviero Forti, responsabile nazionale immigrazione della Caritas, in merito alle polemiche politiche delle ultime ore fra esponenti della maggioranza e del gruppo dei finiani in tema di immigrazione. «Il fatto che l'immigrazione - spiega il dirigente della Caritas - abbia sempre fatto parte dell'agenda politica non in positivo ma come elemento di strumentalizzazione, ci ha sempre fortemente preoccupato e angosciato perchè sappiamo che trattata così vuol dire non voler trovare delle soluzioni reali a un problema che sta diventando di proporzioni sempre più rilevanti sia in negativo che in positivo».Il grosso degli immigrati, circa l'80%, continua ad arrivare nel nostro Paese via terra nonostante l'attenzione sia sempre rivolta agli sbarchi via mare, per altro le rotte nel Mediterraneo sono in continua mutazione, aggiunge poi Oliviero Forti. «Quello che noi sappiamo delle nuove rotte - afferma il dirigente Caritas - è lo spostamento verso est; facendo riferimento alle coste del nord Africa, la cosa significa soprattutto battere la via turca, che poi passa attraverso la Grecia e quindi arriva Puglia». Questo, ad esempio, è uno degli ultimi scenari che si erano delineati con l'arrivo di curdi iracheni «quindi è quella più facilmente percorribile. Ma ciò non toglie - aggiunge - che rimane assai elevato il numero di persone che segue una via interamente terrestre».E su questo fronte non ci sono stati grossi investimenti per il contrasto all'immigrazione clandestina o comunque non sono stati così enfatizzati come il contrasto via mare. «Eppure nel 2008, quando ci furono migliaia di sbarchi nel sud Italia, quel flusso non rappresentava che il 20% del totale di quanti arrivavano nel nostro Paese, perchè l'80% arrivano via terra e questo flusso continua», conclude Forti.Inoltre, nonostante il il pacchetto sicurezza e gli accordi con la Libia «l'Italia ha visto aumentare il numero di cittadini irregolari. Lo scenario quindi non è così tranquillizzante come potrebbe apparire», conclude Forti commentando lo sbarco di 40 immigrati sull'isola di Linosa: «È difficile fare previsioni in questo campo: ma è assai probabile che questo trend continui con questi numeri». I pattugliamenti, quindi, non funzionano poi così bene. «Ci rendiamo conto che c'è bisogno di una politica che guardi oltre questi provvedimenti e che cerchi di dare delle risposte alle migliaia di persone che cercano di sbarcare sulle nostre coste», aggiunge Forti.Chi gestisce i flussi dei migranti si adegua a un contesto diverso con modalità sempre diverse. « arrivano, come è accaduto nel Salento, con barche di lusso rubate nei porti turchi e greci, e vengono stipati in questi velieri il che già indica un cambiamento visto che prima si parlava di carrette. I migranti - spiega il dirigente della Caritas - in questo modo sono maggiormente vessati anche sotto il profilo economico dagli stessi trafficanti, perchè aumentando le difficoltà aumenta il costo della traversata».LA REPLICA DEL VIMINALEDal 1 agosto 2009 al 31 luglio scorso sulle coste italiane sono sbarcati 3.499 immigrati clandestini, contro i 29.076 del periodo 1 agosto 2008-31 luglio 2009, con una diminuzione dell'88%. È quanto precisa il ministero dell'Interno in riferimento ai dati di alcune fonti secondo cui il numero degli sbarchi sarebbe di nuovo in aumento a dispetto degli accordi raggiunti con la Libia.In particolare, sottolinea il Viminale, per Lampedusa, Linosa e Lampione il calo degli sbarchi, nello stesso intervallo di tempo, è stato del 98%: i clandestini arrivati in queste località dal 1 agosto 2009 al 31 luglio 2010 sono stati appena 403, contro i 20.655 del periodo 1 agosto 2008-31 luglio 2009.
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