giovedì 14 febbraio 2013
Presentato oggi al Parlamento europeo il rapporto “L'impatto della crisi europea” realzzato in collaborazione con le Caritas di Italia, Portogallo, Spagna, Grecia e Italia.
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«Le misure di austerità – se non accompagnate da adeguate politiche di sostegno e di sviluppo – rischiano di avere un impatto sempre più negativo sulle vite delle persone povere, e di far cadere molte altre persone per la prima volta in una condizione di povertà». È l’allarme che arriva da Caritas Europa che ha presentato oggi, presso l’Ufficio di Dublino del parlamento Europeo il rapporto “L’impatto della crisi europea”.  Realizzato in collaborazione con le Caritas nazionali di Italia, Portogallo, Spagna, Grecia e Irlanda, il Rapporto analizza per la prima volte le ricadute della crisi economica e delle misure di austerità in questi cinque “paesi deboli” dell’Unione Europea. «Alcune misure di austerità possono essere state necessarie - si legge nel rapporto -  tuttavia l’attuazione esclusiva di tali misure, di per sé, non sarà sufficiente a risolvere la crisi economico-finanziaria». Inoltre, uno dei problemi legati alle politiche di austerità messe in atto dai governi risiede nel fatto che tali misure, che possono avere un qualche effetto positivo nel breve periodo, «possono allo stesso tempo produrre delle conseguenze negative a lungo termine, soprattutto nel settore del welfare pubblico, della salute, dell’educazione». Le raccomandazioni di Caritas EuropaAlla fine del 2010, il 23,4% della popolazione europea (115,7 milioni di persone) era a rischio di povertà o esclusione sociale, 2 milioni in più rispetto all’anno precedente. E in 21 stati membri l’infanzia rappresenta il gruppo sociale a maggiore rischio di povertà (valore medio europeo: 26,9 per cento). Sono questi i dati di Eurostat e Social Protection Committee, che fotografano l’impatto della crisi in Europa.  Il tasso di povertà tra i working poor è pari all’8,7%, con forti aumenti a partire dal 2008; l’inflazione sta aumentando più del prodotto interno lordo: i maggiori aumenti si sono registrati nel settore alimentare e in quello energetico, con forti ripercussioni nella famiglie più povere. «Secondo i dati Istat, nel 2011 (ultimo anno disponibile), l’11,1% delle famiglie italiane era sotto la linea di povertà - si legge nel rapporto -. La povertà delle famiglie italiane (misurata in base al livello dei consumi familiari), è andata gradualmente aumentando nel corso degli ultimi 3 anni (per il nostro paese, non sono disponibili per il 2011 i dati sulle persone a rischio di povertà, misurato da Eurostat in base al calcolo dei redditi)». In base a questi dati, Caritas Europa rivolge alcune raccomandazioni alle istituzioni europee a cui viene chiesto di assumere maggiori capacità di guida, regia e monitoraggio a favore delle categorie maggiormente a rischio di povertà (minori, giovani disoccupati). In particolare si chiede di «assicurare un’adeguata dimensione sociale al processo europeo di attuazione della Strategia 2020 per tutti gli Stati membri. Occorre mettere in discussione la coerenza politica della Commissione Europea con riferimento agli obiettivi sociali fissati dalla Strategia 2020 (in ambiti quali l’occupazione, l’educazione e la lotta alla povertà) e che si scontrano con le politiche perseguite per arrivare ad una riduzione del debito, requisito richiesto dagli attuali approcci di austerità».Ai governi nazionali e locali, Caritas Europa chiede di «consolidare (e non indebolire) i sistemi di welfare». In particolare all’Italia si chiede «una misura universalistica di contrasto alla povertà, un ripensamento del sistema di welfare, orientato alla famiglia come soggetto esposto ai rischi dell’esclusione, ma anche come agente per l’inclusione».  Alle Ong attive nel settore Caritas Europa si richiede «di dare voce alle persone che soffrono povertà ed esclusione sociale; documentare l’aumento nella fruizione dei servizi, anche in considerazione dei limiti strutturali e del ritardo con cui vengono divulgate le statistiche ufficiali sui fenomeni di povertà ed esclusione sociale; lavorare per il cambiamento sociale, a favore di un nuovo modello di sviluppo in grado di sradicare i fenomeni di povertà».Sulla scia del Rapporto, il prossimo 21 febbraio a Bruxelles, nel corso di un seminario di studio presso il Comitato Economico e Sociale Europeo (Cese), Caritas Europa presenterà anche il proprio “Shadow Report”, che include una valutazione sui Programmi nazionali di riforma 2012 predisposti dai diversi paesi membri (tra cui anche l’Italia). Inoltre Caritas Europa intendere ripetere l’operazione nel 2013, con un aggiornamento della situazione e includendo nuove Caritas nazionali in difficoltà a causa della crisi economica. Per Italia il rapporto è pubblicato on line da Caritas Italiana sul proprio sito internet.

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