venerdì 17 luglio 2015
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"Una città che non accoglie i migranti – famiglie e ragazzi in fuga da guerre, persecuzioni e povertà – è un popolo senza memoria, un agglomerato umano che non può dirsi comunità". Ad affermarlo è la Caritas diocesana di Roma, dopo lo scoppio delle violente proteste a Casale San Nicola per l'arrivo di alcuni profughi. «Il fenomeno delle migrazioni - si legge in un comunicato - è vasto e con molte sfaccettature, semplificare spiegazioni e possibili soluzioni, così come fanno alcuni politici e “intellettuali”, rischia di banalizzare la complessità, rafforzare i germi dell’ignoranza, trasformare una tragedia epocale in un sondaggio di opinioni in cui una soluzione vale un’altra. Le migrazioni non possono essere affrontate e comprese senza conoscere i 144 conflitti che in questo momento insanguinano il mondo; senza collegarle alla sete e alla mancanza di cibo che soffre un miliardo di persone; senza commuoversi davanti alle persecuzioni, alle torture, alla paura, alla mancanza di diritti, la sfiducia e la rassegnazione di intere popolazioni.. «Così anche il tema dell’accoglienza, le procedure di emergenza, l’individuazione dei luoghi, rischia di scontrarsi con egoismi, interessi e paure. Sentimenti di cui approfittano forze politiche senza scrupoli per incrementare un clima di odio che mai si era visto a Roma e in Italia». «La comunità cristiana - conclude la Caritas romana - oggi ancora di più deve rendersi visibile e partecipe con la preghiera, iniziative di solidarietà e integrazione verso i migranti, così come deve essere vicina alla popolazione locale favorendo percorsi di conoscenza. A tutti il compito di far sì che il disagio di tanti si trasformi in maggiori diritti e solidarietà».
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