sabato 4 maggio 2019
I dati dell’anno scorso dei centri d’ascolto in città. A chiedere soprattutto donne, italiane anziane spesso sole o straniere più giovani con figli. La stupidità dello spreco alimentare
«Mani per il pane» (particolare) di Safet Zec

«Mani per il pane» (particolare) di Safet Zec

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Soffrire la fame a Milano. Sembra incredibile ma è così. Un allarme confermato anche dalla Caritas ambrosiana, che ieri a riguardo ha illustrato i dati di un recente monitoraggio effettuato sui proprio centri d’ascolto. Un fatto che rilancia, come prioritarie, le politiche contro lo spreco alimentare, già messe in campo non solo dal mondo dell’associazionismo ma anche dalle istituzioni, come Comune e Regione.
«Stimiamo che siano circa 18mila le famiglie nella città di Milano che nel 2018 hanno chiesto aiuti alimentari ai centri di ascolto della Caritas ambrosiana», ha detto il presidente dell’ente diocesano di solidarietà, Luciano Gualzetti. Una cifra drammatica quella riferita appunto dal numero uno di Caritas ambrosiana, che restituisce una mappa esaustiva e complessa del fenomeno.

A chiedere "cibo" ai centri d’ascolto sono soprattutto le donne. Ci sono quelle italiane, spesso sole, anziane, con problemi di solitudine, malattia o familiari malati, con pensioni insufficienti per le spese quotidiane. Assieme a loro anche quelle straniere, più giovani, con figli minori a carico, che rappresentano famiglie numerose, talora monoparentali, che ricevono alimenti per neonati, sussidi per il pagamento dei servizi per i bambini (retta mensa scolastica, retta nido). Disoccupate, senza reddito o con entrate molto basse (assegni familiari).

«Sono per lo più donne – ha spiegato Gualzetti – che non riescono a provvedere ai bisogni più elementari dei loro figli a causa di redditi insufficienti a sostenere il costo della vita in una metropoli come Milano». Il cibo, ha detto ancora Gualzetti, intervenendo ieri all’inaugurazione svoltasi al Refettorio ambrosiano alla presenza dell’arcivescovo Mario Delpini e del sindaco Beppe Sala, «contiene una pluralità di dimensioni: creatività, ingegno, piacere, economia. È anche e soprattutto condivisione e solidarietà. Come giustamente ci ricorda Milano Food City che inaugura la settimana di eventi proprio al Refettorio ambrosiano, eredità di Expo Milano 2015».

Nel corso del 2018, dei 132 centri di ascolto di Milano, 31 punti facenti parte del campione d’indagine hanno ascoltato 3.164 persone, mentre i 3 uffici servizi di Caritas ambrosiana hanno incontrato 3.274 persone: quindi, in totale 6.438 individui hanno espresso un totale di 17.465 richieste e ricevuto altrettante risposte. Proiettando il dato sul numero totale dei centri di ascolto, appunto, è quindi possibile stimare che siano circa 18mila, le famiglie milanesi che hanno chiesto aiuti alimentari all’ente caritatevole della diocesi. Per lo più le istanze hanno riguardato l’assegnazione di buoni pasto, di viveri, di pacchi alimentari o di pass per l’accesso gratuito alle mense.

«Lo spreco alimentare è una forma di stupidità, superficialità e indifferenza – ha detto l’arcivescovo –. Credo che un sistema produttivo che mette in conto lo sperpero e lo scarto sia da correggere». Delpini ha fatto poi un appello alla responsabilità: «Dobbiamo convincerci di avere delle responsabilità: tocca a noi costruire una città dove non ci siano divaricazioni tra l’eccesso e l’assenza del minimo necessario».
Per il sindaco Sala «non esiste una ricetta unica» contro la povertà alimentare. «Da parte nostra – ha assicurato il primo cittadino – c’è la volontà di attenuare le due velocità della città. Se a fine mandato non avrò misurato un cambiamento da questo punto di vista, sarò uno sconfitto. Noi ci stiamo impegnando tanto e credo che delle vie le troveremo».

All’inaugurazione di Milano Food City ha partecipato anche l’artista bosniaco Safet Zec, autore del dipinto "Mani per il pane" che da domani a lunedì potrà essere ammirato dal pubblico all’interno del Refettorio ambrosiano.

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