sabato 27 maggio 2017
«I Grandi pensino ai piccoli», l’auspicio del presidente dei vescovi Bassetti
Una foto di Maria Flyn e WFP scattata in Angola, che simboleggia la fame nel mondo

Una foto di Maria Flyn e WFP scattata in Angola, che simboleggia la fame nel mondo

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Un mondo in bilico tra rabbia e paura che chiede risposte di pace e speranza per uno sviluppo sostenibile. È il forte appello che lancia Caritas Italiana ai leader del G7 riuniti a Taormina, nel dossier pubblicato per l’occasione. Appello cui si unisce idealmente il presidente della Cei Gualtiero Bassetti: «Ai Grandi dico: pensate ai piccoli».

Sulla stessa lunghezza d’onda le grandi Ong internazionali - ActionAid, Oxfam, Save the children, Global Citizen - che chiedono un impegno last minute per la sicurezza alimentare. Lo fa anche la Civiltà dell’Amore col progetto «Creiamo lavoro in Africa». «Viviamo in un mondo segnato dalla rabbia e dalla paura. L’economia, la politica, la società sembrano caratterizzarsi per fenomeni di carattere 'espulsivo'», si legge nel 26° dossier di Caritas Italiana, pubblicato in concomitanza col vertice. Espulsione dal mondo del lavoro o espulsione dalle proprie terre per colpa del land grabbing, la tendenza allo 'scarto delle persone inutili' è globale. «Bisogna costruire una risposta basata sullo 'sviluppo umano integrale' e da una forte alleanza tra l’essere umano e il creato, la sua casa comune». Nel documento si ripercorre l’impegno e la fatica della comunità globale nell’elaborare alcune risposte concrete: gli Accordi di Parigi sul Clima e gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile. «Si tratta ora (con il G7, il G20 e gli altri appuntamenti internazionali in agenda) di dare corpo agli impegni, mettendo in pratica quanto previsto per affrontare le questioni che affliggono il pianeta. È necessario dare un segno di speranza ai poveri».

Perché «la solidarietà non orienta più l’azione comune degli Stati». Uno stallo emerso nella «grave crisi umanitaria» dei richiedenti asilo e migranti «che ha visto reazioni diverse e talora scomposte da parte degli Stati europei», con «impulsi xenofobi» di «formazioni nazionaliste, che speculano sulla paura dell’'altro', il migrante, ma anche il vicino europeo». La necessità di un segnale di inversione di tendenza è anche nelle parole del nuovo presidente della Cei: «Ai grandi della Terra dico: 'prego intensamente per voi, pensate ai piccoli'. Perché chi ha grandi responsabilità deve pensare prima di tutto alla nostra gente».

«I temi del G7 sembrano lontani, mentre sono il presente che impatta sulla vita di tutti noi e in particolare sui più poveri», spiega Massimo Pallottino, uno dei curatori del dossier Caritas, a Taormina come portavoce di Gcap- Coalizione italiana contro la povertà. «Ad esempio il cambiamento climatico globale. E allora – spiega – questi vertici e impegni internazionali sono molto più concreti di quanto pensiamo. Urge una riflessione, anche alla luce della Dottrina sociale, per capire che sono passi importanti, ma che non esauriscono il discorso. Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, visti attraverso la Laudato si’, non sono un traguardo ma un punto di partenza. Non abbiamo solo diritti, la nostra dignità implica una relazione e una responsabilità nei confronti degli altri e del creato». «Un appello last minute per un impegno del vertice in tema di sicurezza alimentare» arriva anche da un cartello di ong - da Actionaid a Oxfam, da Save The Children a Global Citizen - visto che i leader del G7 non hanno trovato «nessun accordo sulla lotta alla fame, nonostante la proposta della presidenza italiana». Nella bozza del documento finale «solo un appello generale ad aumentare le risorse, ma nessuno stanziamento», dice Roberto Sensi di Actionaid. «Sono lontani i tempi del G8 dell’Aquila, quando si decise di stanziare 22 miliardi in 3 anni, di cui 6,2 nell’immediato. Gli sherpa avranno un’altra riunione notturna per mettere a punto il documento. È l’ultima occasione».

Se non dovesse accadere, «chiediamo che almeno l’Italia stanzi da sola 150 milioni in 5 anni». Nella stessa direzione va il progetto del Comitato di collegamento di cattolici per una Civiltà dell’Amore che hanno presentato a Roma «Creiamo lavoro in Africa». Il progetto, grazie ai nuovi fondi Ue e italiani per l’Africa, offre opportunità di reciproco sviluppo sostenibile per le aziende interessate a collaborare ai tanti progetti richiesti dai Missionari e dalla comunità locali.

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