mercoledì 16 luglio 2014
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Si indossa una volta sola nella vita. Ma spesso costa un occhio della testa. Anche i fiori d'arancio devono fare i conti con la crisi, e convolare a nozze ha raggiunto costi esorbitanti soprattutto nelle Regioni del Sud Italia dove le finanze delle famiglie sono spesso esigue rispetto alla voglia di fare bella figura con parenti e amici. Per questo motivo la Caritas della parrocchia di Sant'Anna, a Potenza, ha deciso di mettere a disposizione delle future "sposine" un dono ricevuto da una nota boutique della città, ovvero una trentina di nuovissimi abiti bianchi che tutti possono noleggiare gratuitamente per il "fatidico sì". L'iniziativa, ci tengono a precisare i volontari della Caritas, non è nata solo per far fronte alla povertà e alla crisi ma è prima di tutto "una lezione, un messaggio che vuole portare a tutti i valori della sobrietà e del risparmio". Un consumo "etico" insomma, anche nel giorno del matrimonio. E chissà mai che non sia un buon auspicio per un matrimonio a prova di crisi, finanziarie e non. Anche perché in molti, pur di avere nozze da favola, spesso si indebitano e rischiano di cadere nelle mani degli usurai per far fronte alle spese. "Noi vogliamo invece dare un segnale", hanno spiegato gli ideatori del progetto: appena ricevuti i nuovi abiti da sposa, hanno immediatamente pensato di metterli a disposizione di tutti, a prescindere dal reddito o dalla condizione familiare. Il sistema è semplice e discreto. Basta comporre il numero telefonico della parrocchia guidata da don Franco Corbo, prendere un appuntamento e scegliere il vestito della misura adatta. E se non è perfetto, ecco a disposizione una sarta che, armata di ago e filo, lo farà calzare come un guanto. E dopo il matrimonio? Si lava, si riporta in parrocchia, ed è a disposizione della prossima marcia nuziale. Un po' come avviene in molte parrocchie con il saio che si indossa il giorno della prima comunione. Perché non è mai troppo presto per imparare a riflettere sul valore (non solo economico) delle cose.
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