giovedì 11 luglio 2013
​La Regione stanzia cinque milioni di euro per il monitoraggio. Creazione di una task force per contrastare lo sversamento illegale di rifiuti e gli incendi. Duro monito del cardinale Crescenzio Sepe: «Chi inquina commette peccato».
Il testo dell'intervento del cardinal Sepe
Un campo coltivato a cavolfiori e veleno
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​Inquinare la terra e «attentare alla salute delle persone, delle mamme, dei bambini che stanno per nascere, alla salute di chi mangia perchè questi prodotti sono frutto di veleni nascosti è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio».  Non poteva essere più duro il monito del Cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, intervenuto oggi alla presentazione del “Patto per la Terra dei fuochi” sottoscritto dal Ministero degli Interni, regione Campania, Anci, le amministrazioni provinciali e i comuni di Napoli e Caserta.«I delinquenti che si macchiano di questo genere di crimini attentano alla vita, all'ambiente, a Dio. Sono peccatori e non dovrebbero fare la comunione prima di essersi pentiti ed essersi confessati», ha poi aggiunto il cardinale Sepe. E chiunque sia a conoscenza di reati contro l'ambiente, chiedendo esplicitamente che «parli, denunci», e farlo «è un vero obbligo morale, anche della Chiesa». Proprio ieri la forestale ha scoperto rifiuti tossici sepolti sotto un campo coltivato nel comune di Caivano, nel napoletano.Il “Patto per la terra dei fuochi” prevede uno stanziamento di cinque milioni di euro da parte della Regione Campania per il monitoraggio, che avrà anche uno strumento di censimento e di analisi, il portale "Prometeo" consultabile attraverso il sito della Prefettura di Napoli. Monitorare il territorio e intervenire per evitare che si ripeta un'altra estate come quella del 2012, quando tra Napoli e Caserta l'aria era irrespirabile per i tanti roghi tossici. Questo l'obiettivo del “Patto per la terra dei fuochi”: tutti gli enti coinvolti (tra cui 80 comuni) si impegnano, ciascuno per le proprie competenze, a evitareche altri rifiuti tossici, speciali e inquinanti possano essere sversati abusivamente e anche incendiati. E anche i parroci contribuiranno a sorvegliare il teritorio.Dal 2012 a oggi la situazione è migliorata. Dai 1445 roghi registrati lo scorso anno nel napoletano, si è passati a 815. Anche il casertano passa dai 665 roghi a 327 nel primo semestre del 2013. Risultati raggiunti grazie anche al coordinamento tra enti locali e forze di polizia che hanno intensificato i controlli, dopo le pressanti denunce di abitanti e associazioni.  Verrà inoltre attivata una task force composta da polizia provinciale e municipale con compiti operativi  sovracomunali. Il patto prevede anche una serie di misure per lo smaltimento dei rifiuti individuati. Non rientreranno nel computo delle percentuali di differenziata e i comuni dovranno dotarsi di centri di raccolta. Il patto è vincolante per gli enti sottoscrittori. Il patto «risponde a un principio di sussidiarietà non soltanto verticale - spiega il sottosegretario all'Interno Giampiero Bocci - tra istituzioni dello Stato, ma anche orizzonatale, delle istituzioni e dei cittadini che si organizzano. Questo protocollo chiude anche la fase delle omissioni, perchè vedere, sapere e non denunciare non è meno grave dell'abusare delle nostre terre. Oggi chiudiamo anche la fase delle omissioni». «Nessuno può prenderci più in giro - sottolinea poi don Patriciello - tutti sanno che mangiare prodotti avvelenati alla fine avvelena. Il ministro Beatrice Lorenzin ha fatto una gaffe ma anche un passo indietro, è una persona intelligente».Per l'assessore regionale all'Ambiente Giovanni Romano, oggi comincia il contrasto, ma l'obiettivo deve essere l'azzeramento del fenomeno. «Per i primi interventi - spiega - 5 milioni sono sufficienti. È ovvio che, se ci saranno altre esigenze anche infrastrutturali, la Regione non si tirerà indietro».
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