giovedì 11 febbraio 2010
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Sale a 12 il numero di regioni “fuori legge” che ospitano un numero di persone detenute superiore al limite tollerabile. A lanciare l’allarme è il Sappe (sindacato di polizia penitenziaria) che, di fronte all’emergenza ormai cronica del sovraffollamento ha deciso di dare (letteralmente) i numeri: basterebbero infatti 118 arresti per raggiungere la soglia della capienza tollerabile dei nostri penitenziari, fissata a quota 64.111 presenze. Al 31 agosto infatti, nei penitenziari italiani erano rinchiuse 63.993 persone secondo una stima (sulla base di dati forniti dal Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria) elaborata dall’associazione Pianeta carcere. Con un aumento di oltre 25mila unità rispetto ai primi mesi del 2007.Le celle scoppiano dalla Valle d’Aosta alla Campania, dal Friuli Venezia Giulia alla Liguria. E il numero di regioni in difficoltà è aumentato rispetto allo scorso luglio quando, sempre il Sappe, aveva lanciato l’allarme per 11 regioni. E se la situazione è particolarmente grave in Trentino Alto-Adige (368 detenuti e una capienza “tollerabile” di 294) o in Emilia Romagna (4.670 detenuti che si contendono i 3.796 posti tollerabili) non va meglio nelle Marche, in Puglia, in Lombardia, in Toscana, in Sicilia e in Veneto dove il rapporto fra il numero di detenuti e la soglia di tolleranza è stata raggiunta o superata di pochi punti percentuali. «Tutte le altre regioni hanno comunque superato ampiamente la capienza regolamentare – commenta Donato Capece, segretario del Sappe – quella cioè per cui si è stimato che un carcere possa funzionare correttamente seguendo i dettami della nostra Costituzione».E, prosegue Capece, il compito di vigilare su una massa sempre più imponente di persone ricade sulle spalle degli agenti di polizia penitenziaria. I cui organici sono in sofferenza per la carenza di quasi seimila unità. A fronte dei 41.268 agenti previsti all’interno degli istituti di pena, poco più di 35mila (pari all’85%) sono effettivamente presenti. Una carenza concentrata soprattutto nelle regioni del Centro-Nord: in Liguria, ad esempio, servirebbero 1.264 agenti a fonte di una presenza di 858 unità, mentre in Emilia Romagna (a fronte di una gravissima situazione di sovraffollamento) mancano all’appello 665 agenti. Al contrario si registrano alcune realtà in cui il numero di uomini in servizio è addirittura superiore al fabbisogno come in Molise (per 281 agenti previsti sono in servizio in 372) o in Puglia (in 2.718 per fare il lavoro richiesto a 2.530 persone).Il settore penitenziario è l’ultimo anello della giustizia e «se questo settore è al collasso, come i dati dimostrano ampiamente – aggiunge il segretario del Sappe –, significa che qualunque provvedimento a monte verrà “avvertito” in carcere solo dopo alcuni mesi». Il sindacato di polizia ha rinnovato quindi il suo appello «al ministro Alfano e a tutti i parlamentari», soprattutto quelli che hanno potuto toccare con mano la realtà degli istituti di pena in occasione dell’iniziativa “Ferragosto in carcere”, di impegnarsi a trovare una soluzione al sovraffollamento «entro cento giorni dalla visita di Ferragosto. I primi 15 giorni sono già passati».
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