martedì 4 marzo 2014
Passa la linea del Pd: nessun provvedimento di clemenza.
La strada stretta di Danilo Paolini
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Alla fine, cinque mesi dopo l’appello del Quirinale, Montecitorio discute il messaggio sull’emergenza carceri di Giorgio Napolitano . E formalmente lo approva. Ma "dissinnesca" il suggerimento del capo dello Stato di «considerare», oltre alle riforme avviate, «l’esigenza di rimedi straordinari» per «intervenire nell’immediato». Cioè indulto e amnistia, come proposto da Napolitano il 7 ottobre 2013. Ma alla disponibilità di Ncd e Popolari per l’Italia fa argine il Pd: servirebbe «un’assunzione di responsabilità politica – frena la relatrice Donatella Ferranti – di cui bisogna essere ben consapevoli». Se il decreto Cancellieri e le riforme in pista arriveranno e otterranno i risultati sperati – è la linea del Pd – l’Italia riuscirà a rispettare la data del 28 maggio, termine dato dalla Corte europea per ridare dignità ai penitenziari. Se tutto va bene, dunque. Ma di interventi straordinari il partito di maggioranza relativa non vuol sentir parlare. L’aula approva la relazione della Ferranti con 325 sì (anche di Sel), 107 no e 42 astenuti.La relatrice auspica quindi che si approvi «entro marzo la riforma della custodia cautelare e il provvedimento su messa alla prova e detenzione domiciliare». E che «subito dopo», ad aprile, il governo fornisca «un quadro complessivo ed effettivo dell’applicazione dei nuovi interventi normativi». Insomma, grazie al decreto Cancellieri convertito dalle Camere «siamo sicuramente sulla buona strada», è l’analisi ottimistica della deputata, anche se «occorre affiancare le misure strutturali con l’attuazione definitiva del piano carceri». Quanto alle misure straordinarie evocate a suo tempo dal presidente Napolitano, la relatrice parla di «responsabilità politica di cui bisogna essere ben consapevoli». E che ben pochi hanno voglia di assumersi.Tra questi c’è Gian Luigi Gigli, dei Popolari per l’Italia: «Non dobbiamo avere timore di pensare, seppure come extrema ratio, a interventi straordinari come l’indulto e l’amnistia. Diversamente dal passato, potrebbero davvero risolvere il problema del sovraffollamento. L’amnistia avrebbe anche il benefico effetto di ridurre il carico processuale». Concorda il Ncd: «Strumenti straordinari come l’indulto e l’amnistia non ci spaventano, e vanno presi in considerazione», sottolinea Fabrizio Cicchitto.È lo «scatto d’orgoglio» auspicato dall’Unione delle camere penali, che registra «l’apertura di alcune forze politiche» di maggioranza e «anche di diversi esponenti» del Pd, ma anche, purtroppo, la chiusura della responsabile giustizia» del Pd. Netta la posizione di Fratelli d’Italia. «Condivido in pieno l’analisi fatta dal capo dello Stato – dice Edmondo Cirielli – su un sistema carcerario vergognoso. Ma non ne condivido le conclusioni: da venti anni invece di intervenire sulle carenze strutturali si è preferito scaricare sui cittadini e sulle vittime queste inadempienze». Durissima l’opposizione della Lega Nord: «Per la sinistra e il governo la priorità è l’indulto – è l’opinione di Nicola Molteni – per noi invece la sicurezza dei cittadini».
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