giovedì 15 giugno 2017
Dall'8 al 17 giugno l'iniziativa dei Radicali per la riforma della Giustizia: separazione delle carriere, amnistia e indulto, superamento di 41bis e ergastolo. Lettera ai direttori dei Tg: ci ignorate
Detenuti nel carcere milanese di San Vittore

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E' partita l'8 giugno dal penitenziario romano di Rebibbia e si concluderà il 17 giugno la Carovana per la Giustizia organizzata dal Partito radicale che fa seguito alle due marce promosso negli ultimi mesi, quella di Pasqua e quella del Giubileo dei carcerati. Anche questa iniziativa è promossa per sollecitare l'approvazione dell'ordinamento giudiziario, la separazione delle carriere di magistratura inquirente e giudicante, provvedimenti di «amnistia e indulto come riforme obbligate - sostengono i promotori - per l'immediato rientro dello Stato nella legalità costituzionale», il superamento del 41bis e dell'ergastolo, a partire da quello ostativo.

Come durante le due passate iniziative, anche per la Carovana l'esponente radicale Rita Bernardini sta conducendo uno sciopero della fame. Giunta ieri a Catanzaro con la Carovana, Bernardini afferma di essere fa sapere di essere arrivata al 21° giorno: «Proseguo lo sciopero della fame - ha aggiunto - anche perché, pur nella delusione e amarezza totale che l'ordinamento penitenziario sia stato inserito in un ddl che dice tutto e il contrario di tutto, un vero pacco per la giustizia, vorrei sapere quali sono i tempi e i contenuti per la emanazione dei decreti delegati: come è noto la legislatura è in bilico e non possiamo far cadere tutto».

I promotori hanno scritto ai direttori dei tre Tg Rai, di RaiNews, del Giornale Radio, di Rai Parlamento e ai direttori di rete e alla presidente Monica Maggioni, al direttore generale Mario Orfeo e al Cda Rai per chiedere che l'iniziativa abbia visibilità sul servizio pubblico radiotelevisivo. Anche perché, scrivono i promotori «non è accettabile che solo le iniziative caratterizzate da forme di violenza contro cose e persone abbiano spazio nell'informazione». Già in passato l'Autorità per le garanzie per le comunicazioni, ricordano i radicali, aveva imposto alla Rai di informare sui temi della riforma della giustizia.


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