sabato 6 ottobre 2018
A Verona attacchi e solidarietà per la scelta pro-vita. Padovani: "Sono serena, mi sono comportata secondo coscienza"
La capogruppo Pd replica: sono per la vita, no ai muri
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Dalle parole ai fatti. I consiglieri comunali del Pd di Verona hanno sfiduciato la capogruppo Carla Padovani per aver votato, con il centrodestra, la mozione che promuove la città «a favore della vita» e introduce misure di sostegno alle associazioni impegnate su questo fronte, e specificatamente la "Culla segreta". La mozione, secondo i 3 consiglieri dem, «mistifica principi e risultati della Legge 194», che, a loro avviso, «ha svolto e svolge un ruolo fondamentale nell'emancipazione non solo della donna ma della società italiana intera». Anche il segretario del Pd veneto, Alessandro Bisato, insiste per il passo indietro, mentre afferma che le dimissioni dal Pd, richieste anche da dirigenti nazionali, «sono un’altra cosa».

E l’interessata come reagisce? «Sono serena, mi sono comportata secondo coscienza – risponde Padovani ad Avvenire –. Sono cattolica e, quindi, mi pongo il tema della coerenza. Noi siamo per la vita. E siamo, con papa Francesco, intenti a costruire ponti, mentre in queste ore dimostriamo di voler erigere muri». Ma le dimissioni? «Le valuterò dopo un chiarimento con i miei colleghi. La mozione forse conteneva passaggi stringati, ma non puntava a demolire la 194, bensì a promuovere la prevenzione. E credo che il valore della vita possa, anzi debba essere trasversale». La capogruppo – perché tale ancora è – ricorda, fra l’altro, il codice etico che il Pd si è dato, per garantire la libertà di coscienza al suo interno. «Dalle numerose reazioni che ho ricevuto – confida – per fortuna sono ancora molti a pensarla come me. Resterò nel Pd se mi sarà data questa garanzia».

Silvia Costa, parlamentare europea, ha immediatamente reagito scrivendo ai colleghi per confermare che «è legittimo votare una mozione a favore della iniziativa "Culla segreta"» per prevenire la soppressione di un neonato da parte di una mamma che non sa che può anche partorire nell'anonimato, senza incorrere in reati e nel rispetto della privacy, avvalendosi di sostegno psicologico ed economico. Costa ricorda, tra l’altro, che a Roma l’iniziativa si chiama "Madre segreta" e che è nata in ambito laico.

Sul piano politico, l’europarlamentare ritiene coerente con i valori del Pd «rispettare la scelta di interrompere la gravidanza e garantirne le condizioni di sicurezza» ma anche di «sostenere associazioni che aiutano le madri in difficoltà». «A meno che – aggiunge – l’unico diritto che si intende riconoscere e garantire sia quello di abortire anche quando si vorrebbe poter tenere un bambino, oppure che l’unica libertà consentita ad una donna sia quella di non poter scegliere».
Padovani ringrazia e precisa che le condivisioni ricevute sono ben maggiori delle offese, «a volte davvero vergognose». «Parlare di espulsione per la capogruppo del Pd di Verona Padovani mi sembra davvero contrario al dna dello stesso Pd», reagisce il senatore Edoardo Patriarca, che aggiunge: «Ho sempre pensato che siamo un partito che nasce da culture e sensibilità diverse, dunque sulle questioni di coscienza possono esserci orientamenti diversi». «La 194 non si discute, ma crocifiggere una persona perché la pensa in modo diverso porterà il centrosinistra ad isolarsi sempre di più», è quanto prevede il leader dei Moderati Giacomo Portas, eletto alla Camera nel Pd. Per l’ex ministro Giuseppe Fioroni si tratta di «polemiche assurde e stucchevoli contro la capogruppo, poiché la 194 è perfettamente compatibile con azioni che incentivano il sostegno alla vita».

Ampia riflessione anche dall’ex sottosegretario Antonello Giacomelli: «Molte reazioni mi sono sembrate fuori misura, non adeguate a quanto era accaduto e non rispettose delle ragioni della capogruppo, che trovo tutt’altro che estranee alle ragioni fondanti del Pd. Per sfidare l’egoismo individualista di altre culture, oggi dominanti, dobbiamo noi per primi fare questa scelta integrale a favore della vita umana, della persona e della sua libertà. Si rispetti – conclude Giacomelli – almeno la libertà di coscienza se non si ritiene, come invece io ritengo, che queste nostre ragioni abbiano piena cittadinanza e legittimità nella cultura politica del Pd. È un crinale molto delicato sul quale mi aspetto più riflessione e molta più attenzione, se, come credo fermamente, la nostra comunità politica ha ancora senso e significato».

Ma per l’ex ministro Andrea Orlando «un partito che ha voluto un incontro tra laici e cattolici non può mettere in discussione quello che è stato con fatica un punto di incontro tra laici e cattolici, cioè la legge 194». Susanna Camusso, segretaria della Cgil, arriva a definire il voto di Verona «un segno di inciviltà». Ma, obietta il sindaco stesso di Verona, Federico Sboarina, non si è chiesto di abolire la 194, «che è una legge dello Stato e va applicata», nemmeno di limitare la libertà delle donne, semmai di accrescerla. «Il Consiglio chiede infatti alla Giunta – prosegue Sboarina – di reperire fondi per alcune associazioni che aiutano le donne a superare le cause, magari anche economiche, che potrebbero indurre all’interruzione di gravidanza». Alberto Zelger, consigliere comunale della Lega, ha difeso la mozione che ha presentato, spiegando che l’aborto è «delitto grave». Salvo poi scivolare sull’omosessualità. «Il sesso gay porta malattie di tutti i tipi, fa male» ha detto alla trasmissione "La Zanzara"».

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