giovedì 1 agosto 2013
​Il 30 settembre chiude l’impianto di Malagrotta. Il sito scelto dai tecnici di tutte le amministrazioni è in via Ardeatina. Montano le proteste. E gli enti locali prendono tempo. Così dal ministero arriva la minaccia di un passo indietro. «Se venisse meno il consenso il processo di collaborazione si rivelerebbe infruttuoso. E toccherebbe a voi».
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​Settantadue ore, tre giorni per avere una risposta sull’emergenza rifiuti a Roma. È il termine che il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, dà al sindaco di Roma, Ignazio Marino, al presidente del Lazio, Nicola Zingaretti e alla provincia. Vuole una risposta sull’ultima proposta per la discarica in via Ardeatina per sostituire quella di Malagrotta, che chiuderà definitivamente il 30 settembre. Altrimenti, avverte Orlando in una lettera ai tre, «il processo di collaborazione si rivelerebbe infruttuoso» e toccherebbe a voi. Non è un ultimatum ma poco ci manca. «Io vi sto dando una mano – è il concetto espresso dal ministro – ma anche voi fate la vostra parte». Quello che preoccupa, infatti, è che dopo gli impegni presi a livello tecnico, ora ci si sfili a livello politico. Segnali ne sono arrivati subito, anche all’interno del centrosinistra che governa i tre enti, con le critiche (giunte ancor di più dal centrodestra) al sito individuato in località Falcognana, in una discarica già operante per rifiuti pericolosi. Prese di posizione molto "sensibili" alle proteste degli abitanti della zona che hanno portato ai primi blocchi stradali tra martedì e ieri. Così Orlando ha preso carta e penna e ha scritto una cortese ma ferma lettera, che accompagna la relazione del commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, Goffredo Sottile, che individua il sito.Orlando parte proprio dalla figura del commissario. «Consideravo e considero tale struttura – scrive nella lettera che Avvenire ha potuto leggere – un supporto alle determinazioni degli enti competenti in via ordinaria e non invece uno strumento sostitutivo di essi». Proprio, per questo, sottolinea il ministro, «prima di procedere all’acquisizione formale del parere sulla proposta del Commissario elaborata sulla base delle risultanze del tavolo tecnico congiunto composto da Comune, Provincia e Regione, sono a chiedervi di anticiparmi in modo informale e preventivo le vostre valutazioni». Orlando ci tiene a ricordare a Marino e Zingaretti che la scelta di via Ardeatina è stata fatta dal commissario assieme ai tecnici delle amministrazioni. E lo ripete. «È infatti evidente che in caso del venir meno del consenso accordato in sede tecnica ed in assenza di indicazioni alternative (che allo stato considererei formulate in modo sorprendentemente tardivo) il processo di collaborazione si rivelerebbe infruttuoso e con esso verrebbero meno le ragioni del commissariamento stesso». Come dire, che toccherebbe a voi. Infatti, conclude la lettera, «se ne dovrebbero dunque trarre le debite conseguenze rimettendo le ulteriori determinazioni agli enti competenti». Parole confermate dalla nota che annuncia la lettera: «Non intendo in alcun modo agire contro la volontà degli enti competenti ai quali tornerebbe quindi ogni ulteriore valutazione». Che, dai primi commenti, sembrano voler prendere tempo. «Sulla scelta del sito per la nuova discarica, intendo studiare con serietà e attenzione la relazione conclusiva del commissario» afferma Marino, annunciando «l’intenzione di chiedere al commissario un’ulteriore convocazione del Tavolo tecnico, affinché ci illustri il percorso e le relazioni tecniche che hanno determinato la scelta di un sito piuttosto di un altro. Un percorso che non si potrà concludere in poche ore». Proprio quello che teme il ministro. Anche Zingaretti annuncia che valuterà «con serietà e con la massima attenzione al tema della salvaguardia della salute dei cittadini, le proposte del commissario» ma difende la scelta di via Ardeatina dove, spiega «non si dovrà aprire nessuna nuova discarica perché lì ce n’è già una funzionante e autorizzata da anni».Al ministero c’è molta preoccupazione. Incombe la procedura d’infrazione della Ue, l’ennesima in materia di rifiuti (vedi altro articolo). E Orlando nel corso di una recente visita nella "terra dei fuochi" in Campania, si è impegnato a ridurre le procedure. Una nuova per Roma sarebbe una sconfitta. Ma ancor di più si vuole evitare un rischio Napoli. Dal 1° ottobre, con la chiusura di Malagrotta, il rischio potrebbe diventare realtà. Un aiuto è arrivato ieri dal Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso del ministero e del commissario, sospendendo le sentenze del Tar del Lazio che avevano bloccato l’invio dei rifiuti di Roma negli impianti di trattamento (i cosiddetti Tmb) delle altre province. Non è una soluzione ma darà alla Capitale un po’ di respiro. In attesa delle risposte definitive di Marino e Zingaretti.
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