venerdì 24 settembre 2010
Raid vandalici, distrutti 46 compattatori. Forti proteste a Terzigno dove sorge una delle nuove discariche. Il sottosegretario Bertolaso: impediremo che si torni al passato.
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Scuole assediate dai rifiuti e strade di nuovo sommerse, puzzolenti. Ottocento tonnellate giacciono in attesa e il centro di Napoli è di nuovo in emergenza, ma questa volta «qualcosa non torna», ha tuonato l’assessore all’Igiene, Paolo Giacomelli, condividendo i dubbi avanzati dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso («se qualcuno vuole creare problemi si accomodi, ma noi non c’entriamo assolutamente nulla e credo che il governo impedirà che questo accada»). L’esponente della giunta è stato perentorio: «Non si capisce perché si vuole colpire la raccolta dei rifiuti con manifestazioni e proteste dei lavoratori. E non si capisce neanche perché si vuole creare un clima di tensione complessivo: bruciare i camion (46, ndr) è gravissimo». Sotto accusa i 68 autisti che dovevano guidare i compattatori destinati a raccogliere l’immondizia e che, invece, mercoledì notte, si sono messi in malattia. Si tratta del personale di Enerambiente, la società privata che affianca l’Asia nella raccolta della spazzatura. Già tre notti fa avevano messo in atto uno sciopero selvaggio e appena il Comune ha paventato la possibilità di una denuncia per interruzione di pubblico servizio gli autisti si sono messi in malattia. E nelle strade sono «lievitati» i rifiuti mentre la battaglia contro le discariche sta di nuovo esplodendo con tutto il corollario di problemi di tipo ambientale e di ordine pubblico. Tanto che, mentre in Comune si svolgeva un vertice con il prefetto, il questore annunciava la decisione di far scortare i mezzi. «Saremo presenti in grande forza anche a Terzigno», ha fatto sapere Santi Giuffré dopo gli ultimi episodi di violenza. Anche ieri sera un raid ha messo fuori uso una quarantina di compattatori e a soqquadro gli uffici dell’Enerambiente. Intanto la protesta cresce. Dalla settimana prossima sarà un crescendo: lunedì nessun autocompattatore diretto allo sversatoio potrà circolare sulle strade di Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Trecase; proclamata per giovedì una giornata di lutto cittadino con la chiusura di scuole, uffici pubblici e blocco delle attività commerciali.L’epicentro è il Parco nazionale del Vesuvio dove già è attivo un sito e dove si prospetta l’apertura di un secondo invaso per risolvere l’emergenza del momento. Per i comitati ambientalisti, gli amministratori, gli abitanti una nuova discarica significherebbe condannare definitivamente all’oblio un territorio che cerca lo sviluppo nelle specialità agroalimentari e nel turismo naturalistico e metterebbe ulteriormente a rischio la salute di decine di migliaia di persone, specialmente i bambini. Per questo ieri pomeriggio i sindaci dei comuni vesuviani hanno deciso una serie di iniziative per contrastare l’apertura del secondo sito e impedire che quella in funzione, in via di saturazione, continui a ricevere spazzatura. Il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, ha annunciato che da domani inizierà lo sciopero della fame mentre nei pressi della discarica delle Pozzelle, ex Sari, sarà istituito un comitato fisso di rappresentanti di comuni, comitati, movimenti e cittadini. «Invito tutti a fare quadrato in questa lotta che è, e rimane, una battaglia di civiltà per il nostro territorio - ha dichiarato Langella. - Ho già ripetutamente condannato gli episodi di violenza delle ultime 48 ore (una dozzina e più di camion carichi di spazzatura incendiati mentre aspettavano di entrare nella discarica per sversare, ndr). Le autorità superiori devono ascoltarci, in quanto questa terra ha già dato». Il prefetto, Andrea De Martino, ha invitato i sindaci a mediare con gli ambientalisti che bloccano l’accesso alla discarica e ha comunicato che se i presidii non saranno rimossi si renderà necessario l’intervento delle forze dell’ordine, già presenti in tenuta antisommossa. «È giusto continuare la protesta e penso che dobbiamo andare a occupare l’aula del Consiglio regionale pretendendo un voto sulla non apertura della discarica», ha ribadito il sindaco di Trecase, Gennaro Cirillo, appoggiato dal collega di Terzigno, Domenico Auricchio: «Occorre dare un segnale fortissimo alle istituzioni e dobbiamo fare in modo di non abbandonare il presidio. Ma dobbiamo prendere le distanze dai violenti». Cinque persone sono state interrogate dalla Digos che indaga sugli incendi degli autocompattatori a Terzigno.
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