venerdì 17 luglio 2015
​Monsignor Enrico dal Covolo (Pontificia Università Lateranense) e Filippo Maria Boscia (Associazione medici cattolici italiani) bollano come sbagliata e dannosa l'idea di 244 parlamentari.
COMMENTA E CONDIVIDI
"Se non hanno pane che mangino brioche". Monsignor Enrico dal Covolo, salesiano e rettore della Pontificia Università Lateranense commenta così ironicamente la proposta di 244 parlamentari per la legalizzazione della cannabis, che definisce "scellerata". "Mi pare una triste coincidenza che questa proposta arrivi dal mondo politico proprio nei giorni in cui l'Istat ci informa sui dati drammatici della povertà in Italia; dati che si aggiungono a quelli di cui già eravamo a conoscenza sulla disoccupazione, in particolare quella giovanile. E i politici come rispondono? Propongono palliativi proprio come nell'episodio attribuito a Maria Antonietta di Francia, che alle richieste del popolo affamato avrebbe risposto: Se non hanno pane che mangino brioche". "È una proposta di legge ipocrita - aggiunge monsignor Dal Covolo - che serve a fare cassa e denuncia l'ipocrisia della politica che al mattino elogia il magistero di Papa Francesco, specialmente quando afferma che non si può sacrificare il popolo sull'altare del denaro e del profitto, e alla sera propone leggi che vanno proprio nella direzione opposta". "Come educatore - conclude dal Covolo - vivo con particolare apprensione tutto questo, in ragione soprattutto delle ricadute nella vita delle giovani generazioni. Invito, quindi, tutti gli uomini di buona volontà, in particolare le agenzie educative e le famiglie, ad alzare compatti un muro di protesta contro questa scellerata proposta di legge". Il no dei medici cattolici "I danni alla salute derivanti dall'uso di droghe sono ormai acclarati da numerose ricerche dell'Oms, i cui risultati sono allarmanti, eticamente vincolanti ed orientano a non imboccare la strada del permissivismo. Fatti salvi gli aspetti terapeutici nel campo della terapia del dolore, l'uso di droghe di qualsiasi tipo, leggere o pesanti, non deve mai essere proposto senza responsabile motivazione. Bisogna escludere ogni larvata liberalizzazione perchè tali azioni incentivano il passaggio dal ruolo di consumatore occasionale a quello di consumatore abituale, che poi evolve spesso nel ruolo di spacciatore". Ad affermarlo, in una nota, è il professor Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell'Associazione Medici Cattolici Italiani, a proposito della cannabis. Boscia aggiunge che "il potere politico è chiamato a grande responsabilità e non deve mai sottovalutare la necessità di porre in essere provvedimenti e azioni che non ostacolino il lavoro delle agenzie educative e che non favoriscano la dipendenza". E ancora: "L'Amci desidera stimolare il mondo politico ad avere maggiore attenzione alla dignità della persona e a promuovere ogni possibile iter di sostegno e di controllo sulla dimensione etica che avvolge tutto il disagio della droga - sottolinea Boscia - Il problema etico è da considerarsi centrale perchè ogni assunzione non terapeutica della sostanza è gravemente lesiva, illecita, in ragione delle conseguenze che si determinano sulla persona prima, sulla società poi, nella sfera della salute e della vita dei soggetti coinvolti negli usi e negli abusi. Anche chi assume occasionalmente, sia solo per curiosità, una droga leggera, pur compiendo una semplice azione personale di libertà, si ricordi che contribuisce all'illecito profitto di chi commercializza queste sostanze".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: