venerdì 19 settembre 2014
Per Camusso «chi vorrebbe cancellare l'articolo 18 sta cancellando la libertà dei lavoratori». L'ex segretario dei democratici Bersani: rischio rottura nel Pd. Fiom in piazza il 18 ottobre. Il premier: il sindacato ha difeso battaglie ideologiche.
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"Mi sembra che il presidente del Consiglio abbia un po' troppo in mente il modello della Thatcher''. Lo ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, parlando della riforma del lavoro, durante l'inaugurazione della nuova sede regionale del sindacato a Milano.''La sfida che lanciamo noi è fatta dall'idea che si può fare lo statuto dei lavoratori, ma bisogna fare sì che tutti abbiano gli stessi diritti con contratti a tempo indeterminato'', ha rilevato la sindacalista, aggiungendo: ''Non stiamo difendendo noi stessi: chi vorrebbe cancellare l'articolo 18 sta cancellando la libertà dei lavoratori''.  Intanto Pierluigi Bersani non se la sente di escludere una rottura nel Pd sul Jobs act. "Certo, è possibile - osserva l'ex segretario dem in un'intervista a radio Montecarlo- ma spero proprio di no, dobbiamo trovare un equilibrio tra capitale e lavoro: è questa l'essenza del riformismo. Il governo deve capire che siamo davanti a un punto molto sensibile. Adesso dobbiamo trovare un accordo. Mi viene da ridere quando sento parlare di tabù da infrangere o bandierine sull'articolo 18"."Abbiamo assolutamente bisogno di una riforma, ma rischiamo di perdere l'occasione per una riforma vera. Renzi vuole avvicinarsi al modello tedesco ma così facendo ci stiamo allontanando da quel modello. La riforma ci vuole ma deve essere seria e non certo una bandierina da sventolare di fronte agli elettori o all'Europa".Si è detto che Renzi voglia piegare i sindacati, come fece Margareth Thatcher... "Non voglio credere - replica l'ex segretario Pd - che ci sia l'idea di fare un braccio di ferro inutile e sterile: servono novità. Se il neo assunto non ha tutte le garanzie, come gli altri suoi colleghi, va bene purché sia solo per un breve periodo. Però a un certo punto bisogna arrivare alla pienezza delle tutele, compreso - e questo deve esser garantito sin da subito - il reintegro in caso d licenziamento ingiusto che esiste in tutta Europa. Se Sacconi deve innalzare una bandiera, lo faccia pure, è un suo problema, non certo può essere un problema del Pd che deve pensare a riformare l'Italia".Mentre il segretario Fiom Maurizio Landini, a margine dell'assemblea dei delegati Rsu di Ancona afferma che "se vuoi dare tutele progressive a tutti alla fine ci devono essere più tutele per tutti". ''Cancellare la reintegra in caso di licenziamento ingiusto, sostituendola con un po' di soldi - ha aggiunto Landini, che ha incontrato i delegati della Fiom nelle fabbriche metalmeccaniche della provincia - è una follia pura ed è contro i principi della nostra Costituzione. Lo Statuto dei lavoratori ha significato far entrare la Costituzione nelle fabbriche: perché il lavoro è un diritto e uno deve avere la dignità di poterlo fare, senza essere licenziato per le idee che ha, o perché fa il sindacalista, o per il sesso che ha eccetera''. ''Dire che in Europa l'art. 18 non c'è è un'altra sciocchezza'' secondo Landini. ''La cosa vera è che il governo sta cedendo a un ricatto'' e continua a ''non affrontare il vero problema del Paese. Non è che le imprese non assumono perché c'è l'art. 18: non assumono perché non hanno da lavorare, e di questo si dovrebbe preoccupare il governo''.La Fiom anticipa la manifestazione nazionale di una settimana, dal 25 al 18 ottobre, sempre di sabato. Un'accelerazione in risposta alla decisioni che, secondo il sindacato, impatterebbero sull'articolo 18. Le modalità della mobilitazione, che si svolgerà a Roma, verranno definite a breve. Resta il pacchetto di otto ore di sciopero.LA REPLICA DI RENZI AI SINDACATI"Oggi la Cgil ha deciso di andare all'attacco del governo: il segretario Camusso ha detto che il governo ha in mente Margaret Thatcher quando si parla del lavoro. Ma quando si parla del lavoro noi non siamo impegnati in uno scontro del passato, ideologico. Noi siamo preoccupati non di Margaret Thatcher, ma di Marta, 28 anni, che non ha la possibilità di avere il diritto alla maternità" perché "in questi anni si sono fatti cittadini di serie A e di serie B". Lo dice il premier Matteo Renzi in un video. "Marta, 28 anni, sta aspettando un bambino, ma a differenza delle sue amiche che sono dipendenti pubbliche non ha nessuna garanzia, perché in questi anni si sono fatti cittadini di serie A e di serie B". "Noi quando pensiamo al mondo del lavoro non pensiamo a Margaret Thatcher - afferma il presidente del Consiglio - ma a Giuseppe, che ha 50 anni e non può avere la cassa integrazione o a chi, piccolo artigiano, è stato tagliato fuori da tutte le tutele, magari la banca gli ha chiuso i ponti e improvvisamente si è ritrovato dalla mattina alla sera a piedi. Pensiamo a quelli a cui non ha pensato nessuno in questi anni, che vivono di co.co.pro. e co.co.co e che sono condannati a un precariato a cui il sindacato ha contribuito preoccupandosi solo dei diritti di qualcuno e non di tutti".
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