giovedì 14 giugno 2012
L'Italia è il primo Paese al mondo per spesa pro-capite dedicata all'azzardo. Diciassette organizzazioni hanno dato vita a "Mettiamoci in gioco", campagna nazionale per sensibilizzare i cittadini e fare pressione sulle istituzioni.
Gioco d'azzardo: via al testo unico
SECONDO NOI Investimento sul futuro
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In Italia crescono i fatturati del gioco d'azzardo, ma anche i costi sanitari, sociali, relazionali e legali della sua diffusione. Per questo 17 organizzazioni hanno dato vita a "Mettiamoci in gioco", campagna nazionale contro i rischi del gioco d'azzardo, presentata oggi a Roma presso la sede della Federazione Nazionale Stampa Italiana. L'obiettivo è sensibilizzare i cittadini e fare pressione sulle istituzioni.
"Con 80 miliardi di euro di fatturato annuo - sottolinea in una nota il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza - l'industria del gioco d'azzardo è diventata una delle più importanti del paese. Lotterie, slot machine, poker, scommesse e giochi d'azzardo di diversa natura hanno inondato il mercato a ritmi sempre più frenetici. Il risultato di questo sforzo ingente, anche in termini di marketing e pubblicità, è stata la notevole crescita dei giocatori, che coinvolge ogni gruppo sociale, compresi pensionati, casalinghe, giovani. L'Italia è il primo Paese al mondo per spesa pro-capite dedicata al gioco. Secondo alcune ricerche il 2.2% della popolazione adulta italiana risulta essere a rischio per il gioco d'azzardo se non addirittura 'vittima' di una patologia"."Proprio a fronte di una situazione sempre più preoccupante - sottolinea la nota - Istituzioni, organizzazioni di terzo settore, sindacati, gruppi di giocatori patologici in trattamento, associazioni di consumatori lanciano la campagna 'Mettiamoci in giocò con l'intento di limitare la crescita forsennata del gioco d'azzardo, aumentare le tutele per la collettività e i giocatori, favorire gli interventi a favore dei giocatori 'patologicì"."Questa situazione allarmante - spiega la nota - è favorita anche da molti conflitti di interesse, a partire dal fatto che lo Stato stesso affida al Ministero del Tesoro e delle Finanze - fruitore di cospicue entrate economiche provenienti dal mercato dell'azzardo - il ruolo di tutelare i cittadini dai problemi sociali e sanitari correlati alle dipendenze patologiche indotte dalla progressiva espansione del settore".
"Anche le mafie - si legge nella nota - hanno fiutato l'affare, come testimoniato dalla Relazione della Commissione parlamentare antimafia del 2011, da molte inchieste della magistratura e dal rapporto di Libera 'Azzardopolì: il business del gioco d'azzardo costituisce un interesse specifico di infiltrazione delle grandi organizzazioni criminali e l'espansione del gioco d'azzardo legale non contiene, ma alimenta il gioco d'azzardo illegale. Senza contare il nesso tra gioco d'azzardo e usura, più volte sottolineato dalle fondazioni antiusura".
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