martedì 8 novembre 2016
Nella cittadina marchigiana di 7.000 abitanti vivono 8.000 studenti, venuti da tutta Italia e da 54 nazioni per frequentare il prestigioso ateneo. Il pro rettore: "Iscrizioni gratuite per tutti"
L'antico ateneo, nel centro storico della città

L'antico ateneo, nel centro storico della città

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Camerino non è sede di un’università. Camerino è la sua università. Settemila gli abitanti, ottomila gli studenti, mille in più. Giunti da tutta Italia a cercare l’eccellenza, da sette secoli portano linfa e lavoro: «Se l’università muore, muore Camerino». Fatica a trattenere l’emozione, Claudio Pettinari, pro rettore dell’ateneo marchigiano e docente di Chimica alla facoltà di Farmacia, sfollato con la famiglia dalla sua casa nel centro storico, aggrappato come tutti, qui a Camerino, a una certezza che portano scritta sulla maglietta rossa, "Il futuro non crolla".

«La città esisteva prima della fondazione di Roma e il nome, Camas, significava roccia: fu costruita sulla roccia...», scuote la testa tra orgoglioso e costernato, perché oggi il centro antico è zona rossa, deserta e silenziosa, e almeno 2.500 sono gli sfollati tra hotel sulla costa e i Palazzetti dello Sport. Eppure è come se tutta Camerino fosse un unico grande polmone deciso a respirare ossigeno per la sua università, e l’altro polmone fossero i suoi 8.000 studenti, incredibilmente in buona parte ancora lì, per dare una mano, per trasmettere un segnale, per non rassegnarsi. Per esserci. «Questa mattina mi ha fatto sorridere una ragazza che, prima del sisma, aveva chiesto il trasferimento ad un’altra università, ma ora ha chiesto di bloccarlo. Adesso vuole restare», racconta Pettinari.


Iscrizioni gratis a tutti e lezioni on line

In mezzo ai due polmoni, il cuore lo mette lei, Unicam, che per l’anno accademico 2016/17 esonera tutti gli studenti dal pagare le tasse, restituendo anche le rette a chi le aveva già versate (un sacrificio che costa all’ateneo lacrime e sangue). Di più: i corsi saranno anche on line per permettere di studiare a coloro che non potranno raggiungere le attività didattiche. Inoltre corse autobus gratuite e giornaliere collegheranno Camerino con i principali snodi della regione, così che gli sfollati sulla costa raggiungano la sede... Contromosse lucide e concrete, già scritte nero su bianco nel sito di Unicam perfettamente funzionante nonostante la catastrofe: "Anzitutto voglio ringraziarvi per la vicinanza e l’affetto che avete manifestato tutti al vostro ateneo – esordisce nel "Messaggio del Rettore" Flavio Corradini –. Avete dimostrato di essere donne e uomini coraggiosi, Unicam è orgogliosa di voi".


In questo ateneo 700 anni di storia

«L’emergenza enorme però è quella degli alloggi per i ragazzi – continua Pettinari –, almeno mille sono rimasti senza casa, i campus sono intatti ma non bastano più». Di questo campava Camerino la bella: appartamenti medieval affittati agli studenti, e poi la ristorazione, i negozi, le librerie... «Se muore Unicam, muore Camerino», ripete il pro rettore, «e la calamità sarebbe immane. Un palazzo si ricostruisce, un’azienda si ritira su, ma 700 anni di storia no».


Al top dell'eccellenza italiana

Unicam oggi da 13 anni è al top dell’eccellenza: prima nella classifica annuale del Censis tra gli atenei sotto i 10mila studenti, è seconda a livello nazionale tra tutte le università italiane, subito dopo Trento. «Docenti e personale amministrativo, tutti stiamo dando l’anima – assicura il pro rettore –, lavoriamo oltre ogni orario, con un senso di appartenenza che anche prima del terremoto nutriva la nostra passione. Dal primo all’ultimo di noi, quando senti che dal tuo piccolo gesto dipende il successo del "tuo" ateneo, di casa tua, lo fai volentieri».


"Rinasceremo nel solco tracciato da Carlo Urbani"

Proprio domani pomeriggio a Montecitorio si sarebbe dovuto celebrare il secondo Premio Carlo Urbani, con la consegna di borse di studio a due studenti di Camerino vincitori con progetti nel campo dell'epidemiologia, da parte di Aicu (Associazione Carlo Urbani), ma il terremoto per ora ha spazzato anche questo: «Tutto è rimandato, forse a gennaio», fa sapere Emilio Amadio, presidente di Aicu. Carlo Urbani era l'infettivologo marchigiano che nel 2003 ha salvato il mondo dal contagio della Sars, sacrificando la sua stessa vita: per questo a Unicam c'è una Scuola di Studi superiori di assoluta eccellenza, dedicata alla sua figura. «E per questo per noi il dottor Urbani sarà il simbolo della rinascita: sarebbe bello che ora tante persone collaborassero con noi per costruire un nuovo futuro, così come lui ha insegnato al mondo la vera cooperazione e la solidarietà senza frontiere".

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