mercoledì 18 maggio 2016
Sì di Palazzo Madama ai nuovi criteri di priorità per l'esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi. Ora il provvedimento passa al Senato
Camera: ok al ddl sui criteri di demolizione
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Sì dell'Aula del Senato ai nuovi criteri di priorità per l'esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi. Il testo, approvato con 252 voti a favore, 13 contrari e 127 astenuti, è stato modificato rispetto a quello arrivato dal Senato e torna a palazzo Madama. M5S, Si e Fi si sono astenuti; la Lega ha votato contro.

La proposta di legge conferma, per la fase dell'esecuzione delle demolizioni, l'attuale sistema a doppio binario, che vede la competenza dell'autorità giudiziaria, in presenza della condanna definitiva del giudice penale per i reati di abusivismo edilizio, ove la demolizione non sia stata ancora eseguita, e delle autorità amministrative (Comuni, Regioni e Prefetture), che procedono con le forme del procedimento amministrativo. In particolare, si attribuisce al procuratore della Repubblica il compito di determinare i criteri di priorità per l'esecuzione degli ordini di demolizione delle opere abusive, in presenza della condanna definitiva del giudice penale per i reati di abusivismo edilizio, degli ordini di rimessione in pristino dello stato dei luoghi, in presenza di condanna  definitiva del giudice penale per l'esecuzione di opere su beni paesaggistici in assenza o in difformità all'autorizzazione.

Nella determinazione dei criteri di priorità, il PM dovrà dare adeguata considerazione agli immobili di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o su area soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico, sismico, idrogeologico, archeologico o storico artistico; agli immobili che per qualunque motivo rappresentano un pericolo per la pubblica o privata incolumità, nell'ambito del necessario coordinamento con le autorità amministrative preposte; agli immobili nella disponibilità di soggetti condannati per reati di associazione mafiosa o di soggetti colpiti da misure prevenzione.

Viene quindi istituito presso il Ministero delle Infrastrutture la "Banca dati nazionale sull'abusivismo edilizio", cui tutte le autorità e gli uffici competenti dovranno condividere e trasmettere le informazioni sugli illeciti. Il tardivo inserimento dei dati nella banca dati comporta una sanzione pecuniaria di 1.000 euro per il dirigente o funzionario inadempiente. La gestione della banca dati è attribuita all'Agenzia per l'Italia digitale.

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