giovedì 11 aprile 2019
Lo stabilisce il regolamento del Comune. La lista civica Cambiocalolzio: provvedimento discriminatorio
(Ansa d'archivio)

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Finora solo per le sale da gioco e slot machine si era disposto la distanza di sicurezza da luoghi sensibili, come scuole, oratori o ospedali. Calolziocorte, piccolo comune di circa 13mila abitanti in provincia di Lecco, ha aperto ora una nuova strada: il Consiglio Comunale, nella seduta di lunedì 8 aprile, ha approvato un regolamento con cui istituisce le zone rosse e le zone blu, in cui l'apertura di un centro di accoglienza è rispettivamente vietato o ammesso previo nulla osta del Comune.

Stando al testo del regolamento, a meno di 150 metri lineari dalle nuove zone rosse e blue - in cui è stata divisa la cittadina - non potranno trovarsi strutture che accolgono le persone che richiedono asilo. Nella cartina allegata al provvedimento appena approvato a Calolziocorte gli spazi sono colorati e cerchiati in una sorta di piano regolatore che delimita la possibilità o meno in futuro di aprire centri di accoglienza per i profughi. Lo stabilisce non un'ordinanza della Giunta ma un regolamento comunale, non legato al carattere di urgenza, che è già esecutivo ed è stato approvato in Consiglio comunale lunedì sera.

Il firmatario del testo che per la prima volta è stato presentato in Commissione a luglio 2018 e poi ha subito piccole modifiche è lo stesso sindaco di Calolziocorte, Marco Ghezzi.

IL TESTO DEL REGOLAMENTO
"Con questo provvedimento l’amministrazione intende realizzare una sorta di ‘piano di governo’ per le strutture di accoglienza di migranti – ha spiegato il sindaco di Calolziocorte, eletto con la Lega -. Sono state individuate alcune zone sensibili (stazione e scuole) dove è vietata la collocazione di centri di accoglienza a meno di 150 metri sul percorso pedonale più vicino, poi abbiamo pensato a delle zone blu (oratori e biblioteche si legge nel testo del regolamento, ndr) dove invece è necessario un nullaosta da parte del comune".

Tra le forze di opposizione Diego Colosimo della Lista civica Cambia Calolzio ha avanzato dubbi sulla legittimità del provvedimento: "Il concetto di fondo che sta dietro al regolamento è fortemente discriminatorio, girerò il documento alle associazioni che si occupano di questo tema".

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