lunedì 6 settembre 2021
Parlano le tre atlete afghane fuggite dall'Afghanistan. Il sindaco di Firenze Nardella: vogliamo che si sentano a casa
Le tre calciatrici di Herat con l'allenatore in conferenza stampa a Firenze

Le tre calciatrici di Herat con l'allenatore in conferenza stampa a Firenze - .

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"All'inizio giocavamo fra amiche. Poi, piano piano, io e altre abbiamo capito che per noi il football era una passione e abbiamo cominciato ad allenarci e a giocare in una squadra. Ora però per noi giocare nel nostro Paese non è più possibile. Avevamo paura a restare lì...". Yasmin, la chiameremo così per ragioni di sicurezza, ha 19 anni. È a Firenze da venerdì scorso e arriva dall'Afghanistan, insieme a due compagne di squadra e al loro allenatore.

Sono giovani calciatrici del Bastan football club, la squadra di calcio femminile di Herat. Una vita faticosa, per amore dello sport: libri e pallone, studi universitari, allenamenti e partite. Maglia rossa con striscia bianca, calzamaglia lunga e velo sulla testa, allenamenti alle 5 e 30 del mattino accanto al campo degli uomini, ma senza calpestarlo "per non rovinarne l'erba".

Le tre calciatrici di Herat in conferenza stampa a Firenze con il sindaco Nardella

Le tre calciatrici di Herat in conferenza stampa a Firenze con il sindaco Nardella - .

Il Bastan è, o forse era, una compagine di buon livello tecnico, iscritta al campionato nazionale femminile e capace di vincere tre partite su tre contro una rappresentanza del contingente italiano di stanza a Camp Arena. Ma quando il Paese è finito nuovamente sotto il tallone del regime talebano, il mister e le ragazze del Bastan hanno capito che restare sarebbe stato un rischio.

Susan, la capitana del team, ha scritto un messaggio su Facebook al giornalista Stefano Liberti, conosciuto tempo nel 2016 in occasione di un reportage. "Hi sir, we are in trouble. Can you help us?". Una richiesta di aiuto impossibile da ignorare, ha raccontato lo stesso Liberti in un toccante servizio per Internazionale.

Grazie al suo aiuto, a quello dei volontari del Cospe, ong fiorentina da anni impegnata in Afghanistan, dell'ex allenatore di volley Mauro Berruto e a una rete istituzionale che ha coinvolto i ministeri di Esteri, Difesa e Interno, il comune di Firenze, la Caritas e la Figc, dopo aver lasciato Kabul su uno dei voli organizzati dall'Italia le tre ragazze, il mister e alcuni familiari sono riusciti a raggiungere il capoluogo toscano, accolti dal sindaco Dario Nardella: "Vogliamo che si sentano a casa, per loro e per gli altri cittadini dell' Afghanistan appena arrivati, ne ospitiamo finora 116, stiamo elaborando percorsi concreti di inclusione sociale", spiega il sindaco. E chissà, sorride, "magari poi le ragazze giocheranno nella Fiorentina...".

Gli fa eco Vincenzo Lucchetti, presidente della Fondazione solidarietà Caritas Firenze: "Non si può restare indifferenti al dramma del popolo afghano, arrivano qui donne, bambini e uomini che hanno perso tutto".

Alle tre giovani calciatrici, che potranno continuare a studiare nel nostro Paese, la Figc e le due associazioni italiane dei calciatori e degli allenatori offriranno la possibilità di coltivare ancora il proprio sogno: "Il calcio parla la lingua più internazionale che ci sia. Vogliamo dare a queste ragazze la possibilità di vivere il proprio sogno", dice il mister Renzo Ulivieri.

La prossima settimana, Yasmin e le sue compagne saranno a Coverciano, per incontrare il presidente Gravina e le calciatrici della nazionale azzurra. Le riceverà la capitana Sara Gama.

Nel frattempo però, i loro pensieri sono per le compagne di squadra rimaste in Afghanistan. Una di loro, in stato di gravidanza, non è riuscita a superare il check in dell'aeroporto. Altre si nascondono ad Herat: "Ma cambiano casa ogni sera, perché i taleban vanno a cercarle", raccontano angosciate. La loro speranza è che le autorità italiane riescano a portare nel nostro Paese alla spicciolata tutta la squadra. Per far di nuovo correre, sull'erba verde degli stadi italiani, le maglie rosse del Bastan Football club.

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