martedì 29 settembre 2020
Diminuisce di un punto percentuale il numero degli italiani che fanno offerte in denaro. In discesa anche l'impegno nel volontariato. Tengono solo le cessioni di sangue
Donazioni alimentari

Donazioni alimentari - Archivio Avvenire

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Doniamo meno. E ciò che forse è peggio, ci siamo impegnati meno anche nel volontariato. I dati relativi al 2019 del rapporto dell'Istituto Italiano della Donazione (IID) segnalano come per la prima volta rallenti la generosità degli italiani dopo anni sempre in crescita. Un dato che preoccupa e soprattutto per la proiezione sul 2020. Un anno davvero speciale a causa della pandemia, nel quale c'è stata sì una mobilitazione notevole di risorse private a favore, ad esempio, degli interventi della Protezione civile. Ma le donazioni si sono molto concentrate verso lo Stato e nel settore della sanità, lasciando scoperti gli altri segmenti dell'associazionismo, della cooperazione e del volontariato.

Il rapporto dell'Istituto italiano del dono, basato su più fonti statistiche a partire da quelle Istat, segnala infatti che lo scorso anno è calata dal 14,5 al 13,4% la quota di nostri concittadini che hanno effettuato donazioni. Stesso trend in un'indagine svolta dalla Bva Doxa che, nel suo campione, registra una diminuzione dal 49% del 2018 al 44%del 2019, seppure con un incremento della cifra media da 70 a 77 euro. Le cause per cui si dona sono soprattutto la ricerca medico-scientifica, poi il contrasto alla povertà e il sostegno a malati e disabili.

I numeri dell'Istat certificano un lieve calo anche dell'impegno nelle associazioni di volontariato: donare tempo e competenze è sempre un'attività che riguarda una quota minoritaria di popolazione, ma risulta in ulteriore calo dal 10,5% del 2018 al 9,8% del 2019. In cifra assoluta si passa da una stima di 5.538.000 a 5.174.000 persone. Se a queste aggiungiamo anche il numero di persone che prestano volontariato in associazioni non di volontariato il numero totale arriva a 6.854.000 persone con un calo sull'anno precedente, però, di 506.000. Le regioni con più volontari fra la popolazione sono ancora il Trentino Alto Adige (21,4%), la Valle D'Aosta (17,2%), e il Veneto 13,9%. Aumenta invece il numero di italiani che si impegnano specificatamente in associazioni ecologiche, per i diritti civili o la pace sulla scia del forte coinvolgimento dell'opinione pubblica su questi temi negli ultimi anni: sono stati 866.000 nel 2019, 60.000 in più rispetto al 2018. La maggior parte sono giovani donne tra i 14 e i 24 anni.

Tengono, e anzi sono in leggero incremento, le donazioni biologiche. Secondo i dati del Centro Nazionale Sangue, infatti, nel 2019 sono stati 1.683.470 gli italiani che hanno donato il sangue almeno una volta (+0,04% rispetto al 2018) e il 92% di loro sono iscritti ad associazioni.

Stefano Tabò, presidente dell'Istituto italiano del dono

Stefano Tabò, presidente dell'Istituto italiano del dono - Ufficio stampa dell'Istituto italiano del dono

"In occasione del Giorno del Dono - spiega il presidente dell'IID Stefano Tabò - forniamo un'analisi che permette di avere una panoramica dell'andamento delle pratiche di dono e di sostegno al non profit relativi all'anno precedente, uno "stato dell'arte" utile a tutti coloro che operano nel mondo del terzo settore e non solo. Il focus del Rapporto sono gli italiani: la loro disponibilità economica ad aiutare gli altri, il loro impegno diretto nel volontariato, la loro volontà di donare sangue, organi e tessuti per aiutare chi sta male. Mettendo insieme autorevoli dati riusciamo a dare una panoramica rappresentativa della situazione e a leggere meglio la società in cui opera il terzo settore".

Il rapporto completo sarà presentato e discusso il 2 ottobre alle 11 in un convegno in live streaming sulla pagina Facebook e il canale YouTube dell'IID. Il presidente Stefano Tabò per IID e la Portavoce Forum Nazionale Terzo Settore Claudia Fiaschi apriranno i lavori alle ore 11.


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