Incendi e frane, un’accoppiata distruttiva. Ancor di più in zone come la Calabria fragili da un punto di vista geologico e quest’anno martoriate dagli incendi, ben il 70% in più del 2016. E così è scattato l’allarme. Martedì scorso abbiamo scritto delle due "raccomandazioni operative" inviate l’1 e il 31 agosto dalla Protezione civile nazionale a Regioni e Comuni. E della necessità di far funzionare meglio il sistema di allerta. Oggi scriviamo delle lettere inviate dal responsabile della Protezione civile calabrese, Carlo Tansi, a 82 comuni e all’Anas. Proprio per quelle aree sulle quali gli incendi hanno devastato versanti già in frana, aumentando il rischio.
Non l’unica iniziativa di una Regione che, soprattutto quando ha uomini preparati e motivati al posto giusto, è capace di ottimi risultati. Così dalla fine di luglio è attivo "EasyAlert", una App che consente ai cittadini di segnalare in tempo reale aventi calamitosi, dagli incendi alle frane, e di trasmettere le informazioni alla struttura regionale in funzione 24 ore su 24. Ma è allo studio un sistema di allerta ai cittadini, in particolare quelli in zone più critiche, in occasione degli eventi estremi. Intanto è già in funzione un sistema di allerta ai comuni tra i più avanzati d’Italia che va oltre quei colori "rosso, arancione e giallo" che stanno suscitando sterili polemiche attorno all’alluvione di Livorno. I messaggi di allerta ai comuni sono di tre tipi: M1 "per previsioni meteorologiche avverse", M2 "per possibili precipitazioni intense", M3 "per precipitazioni intense in atto". Il secondo e il terzo hanno poi tre livelli: 1 "attenzione", 2 "preallarme", 3 "allarme" (prima dell’inizio degli effetti al suolo) e "emergenza" (dopo l’inizio degli effetti al suolo). «Questo sistema – spiega Tansi –ci permette di allertare comune per comune se ci sono piogge in atto e a che livello». Ma la risposta non è sempre efficace. Così, aggiunge il geologo che guida la struttura regionale, A metà ottobre faremo un corso per i sindaci. Sono loro i primi responsabili di protezione civile ma spesso non ne sanno nulla».
Anche per questo nasce l’iniziativa delle lettere a 82 comuni e all’Anas (50 aree lungo la A2 e le statali) con l’invio anche di una cartina dove sono sovrapposte le aree in frana e quelle percorse dal fuoco, «aree a maggiore criticità, da tenere maggiormente sotto controllo», ricorda Tansi. E sono davvero tante. Questo, si legge nella lettera, «con l’approssimarsi della stagione autunnale e delle conseguenti piogge, determina un sensibile aumento delle condizioni di pericolosità e di rischio idrogeologico». Dunque, «su tali aree si raccomanda, in aggiunta alla previsioni del Piano di Protezione civile vigente, di attivare (o intensificare se già attivate) idonee misure preventive di monitoraggio e osservazione in particolare in condizioni di dichiarata allerta meteo».
La Protezione civile regionale ha inviato lettere di allerta ai sindaci delle zone dove il fuoco ha devastato aree in dissesto idrogeologico
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