giovedì 14 settembre 2017
La Protezione civile regionale ha inviato lettere di allerta ai sindaci delle zone dove il fuoco ha devastato aree in dissesto idrogeologico
Allertati Anas e 82 Comuni ad alto rischio
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Incendi e frane, un’accoppiata distruttiva. Ancor di più in zone come la Calabria fragili da un punto di vista geologico e quest’anno martoriate dagli incendi, ben il 70% in più del 2016. E così è scattato l’allarme. Martedì scorso abbiamo scritto delle due "raccomandazioni operative" inviate l’1 e il 31 agosto dalla Protezione civile nazionale a Regioni e Comuni. E della necessità di far funzionare meglio il sistema di allerta. Oggi scriviamo delle lettere inviate dal responsabile della Protezione civile calabrese, Carlo Tansi, a 82 comuni e all’Anas. Proprio per quelle aree sulle quali gli incendi hanno devastato versanti già in frana, aumentando il rischio.

Non l’unica iniziativa di una Regione che, soprattutto quando ha uomini preparati e motivati al posto giusto, è capace di ottimi risultati. Così dalla fine di luglio è attivo "EasyAlert", una App che consente ai cittadini di segnalare in tempo reale aventi calamitosi, dagli incendi alle frane, e di trasmettere le informazioni alla struttura regionale in funzione 24 ore su 24. Ma è allo studio un sistema di allerta ai cittadini, in particolare quelli in zone più critiche, in occasione degli eventi estremi. Intanto è già in funzione un sistema di allerta ai comuni tra i più avanzati d’Italia che va oltre quei colori "rosso, arancione e giallo" che stanno suscitando sterili polemiche attorno all’alluvione di Livorno. I messaggi di allerta ai comuni sono di tre tipi: M1 "per previsioni meteorologiche avverse", M2 "per possibili precipitazioni intense", M3 "per precipitazioni intense in atto". Il secondo e il terzo hanno poi tre livelli: 1 "attenzione", 2 "preallarme", 3 "allarme" (prima dell’inizio degli effetti al suolo) e "emergenza" (dopo l’inizio degli effetti al suolo). «Questo sistema – spiega Tansi –ci permette di allertare comune per comune se ci sono piogge in atto e a che livello». Ma la risposta non è sempre efficace. Così, aggiunge il geologo che guida la struttura regionale, A metà ottobre faremo un corso per i sindaci. Sono loro i primi responsabili di protezione civile ma spesso non ne sanno nulla».

Anche per questo nasce l’iniziativa delle lettere a 82 comuni e all’Anas (50 aree lungo la A2 e le statali) con l’invio anche di una cartina dove sono sovrapposte le aree in frana e quelle percorse dal fuoco, «aree a maggiore criticità, da tenere maggiormente sotto controllo», ricorda Tansi. E sono davvero tante. Questo, si legge nella lettera, «con l’approssimarsi della stagione autunnale e delle conseguenti piogge, determina un sensibile aumento delle condizioni di pericolosità e di rischio idrogeologico». Dunque, «su tali aree si raccomanda, in aggiunta alla previsioni del Piano di Protezione civile vigente, di attivare (o intensificare se già attivate) idonee misure preventive di monitoraggio e osservazione in particolare in condizioni di dichiarata allerta meteo».

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