martedì 27 dicembre 2016
Il Natale al Parco Verde di Caivano ha il volto della solidarietà. Clown, incontri e sorprese fino all'Epifania. «Ma c'è ancora molto da fare»
Giochi e attività al parco di Caivano

Giochi e attività al parco di Caivano

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Il Natale al Parco Verde di Caivano ha più che mai il volto della solidarietà. La rete di consenso e partecipazione che Bruno Mazza, con realtà diverse ed esterne al Parco Verde, ha tessuto per i bambini del quartiere, purtroppo ai più noto per drammatici fatti di cronaca, si allarga silenziosamente. E quasi ogni giorno, fino all’Epifania, sarà una festa, con tanto di clown e doni. E anche con personaggi importanti, come i consoli di Paesi lontani come il Nicaragua e il Benin a presenziare manifestazioni e giochi condividendo l’allegria e la confusione dei piccoli che felici aprono i doni. Momenti che spezzano una quotidianità più spesso triste e non facile, soprattutto per i più giovani.

Bruno Mazza, operatore sociale e animatore, cerca di costruire un po’ di futuro in un quartiere povero dove vivono 1.200 bambini, dove il 36 per cento dei 6mila abitanti campa di illegalità e in questa percentuale sono compresi 400 minori, manovalanza della criminalità. «Mi chiedo – osserva don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa di quartiere – quale sia il male minore: fare morire di fame i bambini o salvarli anche se in modo illegale». Perché è noto che il Parco Verde di Caivano è un’importante piazza di spaccio, traffico che dà lavoro a intere famiglie. Non a tutti certo, la maggior parte vive in povertà dignitosa. «Persone perbenissime che hanno perso lavoro e a cui rimane solo la casa – commenta don Patriciello –. E finché c’è la casa si riesce ancora a sopravvivere». In questi giorni la parrocchia si è trasformata in un dispensario di generi primari. «Papà e mamme mi hanno raccontato che alla vigilia di Natale sono riusciti a cenare, non con cibi di lusso o costosi, ma con quelli di tutti i giorni» dice il parroco. Il Comune di Caivano, con bilancio in dissesto, non ha fornito nemmeno un piccolo pacco regalo ai più bisognosi. «Né un pacco di pasta, né un pallone, né un’altalena per i bambini» afferma Bruno Mazza che con la cooperativa sociale 'Ciro Leonardo', dal nome di un giovane del Parco Verde morto sul luogo di lavoro, sta ripristinando la Villa comunale del quartiere, per decenni regno di spacciatori e drogati, grazie anche all’interessamento del prefetto Donato Cafagna, che con il protocollo Terra dei Fuochi ha fatto intervenire la Ecopneus, società di raccolta e riciclo di pneumatici usati. «C’è ancora molto da fare per dare alla Villa l’aspetto originario – spiega Bruno –. Ma penso che per l’inizio del nuovo anno riusciremo ad inaugurarla e allora 400 bambini al giorno avranno un luogo dove stare insieme, fare attività e stare lontano dai viali del Parco per buona parte della giornata».

Bruno pensa già al dopo Natale: ci sarà tanto da realizzare. Il progetto 'Mani in arte', per insegnare a sei adolescenti l’arte bianca, non è ancora completato, bisogna ancora avere i contratti di allaccio delle utenze, elettricità e acqua. La ricerca di fondi è la parte più complicata perché dalle istituzioni non arrivano reazioni ed è solo la solidarietà a rispondere. Il forno l’ha regalato don Maurizio Patriciello che cerca anche in questo modo, dice, «di coniugare la vita di ogni giorno con la fede».

Ed anche di risolvere i problemi del quartiere, che sono sempre gli stessi: la mancanza di lavoro, una scuola che non riesce a dare futuro, senza laboratori. «Noi – spiega Bruno – nonostante tutto andiamo avanti, per promuovere la speranza nelle persone e nel territorio». Oggi i bambini visiteranno lo zoo e per molti sarà la prima volta. «Qui – conclude – bisogna sconfiggere la noia e l’immobilismo delle istituzioni».

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