sabato 21 febbraio 2015
Centinaia di barche vuote lasciate alla deriva. Si teme vengano trasformate in mine. Tunisia, market dei gommoni.
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Ci sono almeno trecento barconi che vagano nel Canale di Sicilia. A bordo non hanno nessuno. E non è una buona notizia. Non solo perché su alcuni dei natanti sono avvenute numerose delle morti delle ultime settimane. «Il problema – avverte una fonte di intelligence - è che basterebbe lasciarci a bordo qualche chilo di esplosivo per trasformarli in mine galleggianti».Un ipotesi come se ne sentono molte, in questi giorni, sul conto degli avvenimenti in Libia. Intorno a questi natanti si è scatenata una caccia forsennata. Da una parte le autorità marittime europee, dall’altra i trafficanti. Non solo perché le vecchie carrette alla deriva, abbandonati dopo i trasbordi sulle motovedette di salvataggio, costituiscono un pericolo per la navigazione. La quantità di migranti pronti a lasciare le coste libiche costringe infatti i boss delle vite a perdere ad approviggionarsi di qualsiasi cosa galleggi, pur di aumentare il flusso di profughi da mettere in mare.«Dopo gli arresti effettuati dalle forze di sicurezza italiane, nel 2014, di alcuni equipaggi delle cosiddette "navi madre", le organizzazioni criminali libiche – osserva Piero Innocenti, già questore e tra i massimi esperti di fenomeni migratori – preferiscono pescherecci in legno (imbarcazioni a "perdere") rispetto ai gommoni che possono trasportare un numero ridotto di persone».Per questa ragione emissari dei clan specializzati nella tratta di profughi vengono segnalati nelle zone portuali di confine tra Libia e Tunisia, dove i mercanti di esseri umani stanno rastrellando barche, pescherecci e gommoni destinati al disarmo, da rimettere invece in acqua dopo sommarie riparazioni. «I barconi sono diventati, con il passar degli anni, beni preziosissimi - annota Innocenti -  e sempre più difficili da recuperare sul mercato».Intanto continua il ponte aereo organizzato dall’Aeronautica militare per il trasferimento di immigrati da Lampedusa. Da lunedì, giorno di inizio dell’operazione, sono state 622 le persone trasportate e 8 i voli effettuati. Altri 252 migranti, fra cui 83 minori, sono stati imbarcati sul traghetto di linea che giungerà Porto Empedocle (Agrigento), di fatto svuotando il centro d’accoglienza lampedusano.«Domenica 15 febbraio, sono stati portati a Lampedusa 1.215 migranti, grazie ad almeno 6 operazioni di salvataggio», ha ricordato l’Organizzazione mondiale dei migranti denunciando la crudeltà dei trafficanti, che con minacce e violenze costringe i profughi a subire ogni genere di angheria durante la permanenza sulla costa e poi sotto minaccia di armi costretti a salpare su mezzi insicuri diretti verso Lampedusa. Sull’isola potrebbe svolgersi, per la prima volta fuori Roma, anche la manifestazione del Primo Maggio. Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha spiegato che questa ipotesi viene esaminata dai confederali.Gli esigui mezzi di Triton, la missione europea guidata da Frontex, continuano a faticare nel pattugliamento del Mediterraneo. E nei giorni scorsi il principale canale televisivo tedesco Ard ha denunciato che Frontex non avrebbe detto la verità sulle cosiddette navi fantasma nel Mediterraneo. Dall’agenzia Ue avevano spiegato che i mercantili partiti dalla turchia arrivavano senza equipaggio, in realtà (come da tempo scoperto dalle autorità inquirenti italiane) gli scafisti restavano a bordo per intervenire in caso di pericolo, lasciando che a prendere il comando fossero gli uomini della Guardia costiera. La stessa portavoce di Frontex, Ewa Moncure, ha ammesso in un’intervista con i giornalisti del programma dell’Ard, che le informazioni in possesso dell’agenzia sei settimane fa erano diverse rispetto a quelle che hanno a disposizione ora.
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